Missione Italia, Quale Centrodestra

Cari amici,

oggi a Roma, ho partecipato all’assemblea nazionale Udc “Missione Italia, Quale Centrodestra” con tutti leader del centrodestra.

Tutto è cambiato.

Citando le parole di Papa Francesco, “quella che stiamo vivendo non è semplicemente un’epoca di cambiamenti, ma è un cambiamento d’epoca“.

La crisi pandemica, lo sappiamo e lo abbiamo constatato con i nostri occhi, ha determinato trasformazioni profonde in molti ambiti della vita quotidiana di ciascuno di noi, a lavoro, a scuola, nella sanità e nel sociale.

Ho cominciato il mio intervento con una DOMANDA che ho posto  a ciascuno dei relatori che interverrà dopo di me: E LA POLITICA?

LA POLITICA È CAMBIATA?
La politica deve cambiare?

E soprattutto come deve cambiare?

Il mondo là fuori ci guarda. Non possiamo fare a meno di pensare che la politica ha il dovere di ripensarsi.

Vorrei condividere con voi un ragionamento.

Primo punto: LA CLASSE DIRIGENTE.

Vedete, la classe dirigente non è solo rappresentata dal politico ma anche dai livelli più alti e vitali delle Amministrazioni pubbliche e private.

E’ necessario quindi creare UN DIALOGO tra la classe dirigente politica e gli apparati che sono chiamati a tradurre in pratica gli indirizzi politici.Scegliere i “migliori” vuol dire, prima di tutto, investire sulla meritocrazia e sulla formazione di chi governerà l’Italia di domani e selezionare una classe dirigente stabile, radicata, formata, seria, convinta e convincente.

Per fare tutto ciò dobbiamo, in primis, riconoscere la nostra storia, la nostra identità che è fatta del nostro passato e delle nostre tradizioni di cui siamo fieri!

Ecco la seconda parola chiave:
IDENTITÀ CULTURALE.

Per essere una classe dirigente solida, stabile, coerente con la propria storia e le proprie tradizioni, dobbiamo riconoscere prima di tutto la nostra identità culturale come Centrodestra e come uomini e donne di Centro.

La nostra identità culturale non è sinonimo di arcaicità, che sa di vecchio o, peggio ancora, di tradizionalismo (una cosa è difendere le tradizioni, ben altro è rimanere ingabbiati e chiusi all’evoluzione dei tempi e della politica, appunto).

Tutto ciò vuol dire, in altre parole, essere capaci di trasmettere la “freschezza” del messaggio politico del Centrodestra.

UNA COALIZIONE che trae la SUA FORZA DALLA SUA PLURALITÀ.

UNA COALIZIONE LE CUI FORZE, ciascuna nel rispetto della propria identità, REMANO NELLA STESSA DIREZIONE.

Ecco la terza parola-chiave.
UNITÀ, COESIONE, COMPATTEZZA.

Faccio un esempio. Di fronte alle polemiche – a cui abbiamo assistito tutti, nei giorni scorsi – su chi, in Europa, ha tentato di censurare il Natale, come ha risposto il Centrodestra?

Non innalzando steccati ideologici!

Il Centrodestra ha risposto attraverso una spiegazione convincente e convinta secondo cui la storia dell’Europa con le sue radici cristiane non vada cancellata, né tanto meno imposta ma vada prima di tutto ascoltata e compresa.

Potrei continuare con altri esempi.
Questo è il linguaggio del Centro: ESSERE NON CONTRO MA “PRO” QUALCOSA, LOTTARE PER UN IDEALE
e non contro qualcuno.

NON DOBBIAMO AVERE PAURA di RIVENDICARE, in altre parole,
LA NOSTRA IDENTITÀ.

UNA TRADIZIONE CHE HA FATTO GRANDE LA STORIA DI QUESTO PAESE.

UN’IDENTITÀ che fa parte di UN PATRIMONIO DI VALORI E PRINCIPI che, oggi,

RAPPRESENTA IL “FARO” CHE PUÒ E DEVE DISEGNARE LA TRAIETTORIA  DA SEGUIRE  in un percorso di cambiamento  della classe dirigente politica di questo Paese.

Torno alla domanda iniziale: in questi due anni di Covid, la politica è cambiata? Io penso di sì. Come deve cambiare? Deve assolutamente migliorarsi e modernizzarsi. 

Le sfide che abbiamo di fronte non hanno pari.

E’ in atto una crisi sanitaria, economica e soprattutto sociale senza precedenti.

Noi crediamo da sempre NELLA LIBERTÀ ECONOMICA.

Crediamo NEI PRINCIPI DELL’ECONOMIA DI MERCATO CHE SAPPIA PERÒ INTERPRETARE ANCHE LE ESIGENZE DELLE PERSONE,

a partire dai lavoratori, dalle nuove povertà,  dai soggetti più fragili come anziani e persone con disabilità.

Crediamo nella forza e nel valore della solidarietà del mondo del Volontariato che è stato un elemento essenziale per la coesione sociale del nostro Paese in questa crisi pandemica.

Non siamo più di fronte alle vecchie contrapposizioni del Novecentocapitale e lavoro.

L’imprenditore, oggi, è prima di tutto un lavoratore, così come ogni lavoratore, con la sua attività quotidiana, partecipa e contribuisce alla crescita  dell’impresa.

Oggi siamo davanti a un NUOVO “BIVIO“.

L’ECONOMIA È NECESSARIO CHE VENGA ACCOMPAGNATA E GUIDATA DALLA POLITICA.

NON PUÒ ESSERE SOLO L’ECONOMIA A GUIDARE I PROCESSI.
Penso, ad esempio, al tema dell’innovazione e del digitale, argomento che ho affrontato più volte anche in questa Legislatura.

Come ho sempre detto, non può essere la tecnologia a sostituire la persona.

Non può essere la macchina a sostituire l’uomo.

L’economia intesa come motore del benessere di individui, cittadini, famiglie e imprese, è un fattore per noi centrale. Anche per questo è necessario adeguare i salari.

La cultura dell’innovazione fa parte del nostro Dna ma i processi, come dicevo prima, vanno guidati.

In altre parole, VA AFFERMATO SEMPRE IL PRINCIPIO DEL PRIMATO DELLA PERSONA.
E’ un principio a cui tengo molto, che fa parte della nostra tradizione politica.

Penso alla transizione green che deve sempre, a nostro avviso, coniugare la tutela dell’ambiente con la crescita perché la sostenibilità è per noi un concetto ampio che si regge su tre pilastri.

Non può esserci sostenibilità ambientale senza una sostenibilità economica e anche e soprattutto sociale.

In questo senso, allora diventa importante riuscire a far sì che siano

LE ISTITUZIONI POLITICHE ad accompagnare e, se necessario, guidare l’economia, la scienza e la tecnica.

E’ il concetto del PRIMATO DELLA POLITICA PER IL BENE COMUNE, un valore che è “sacro” nell’Etica sociale cristiana.

In questo senso, io credo che il Centrodestra – consapevole della propria forza politica – non debba più soffrire di un complesso di inferiorità.

Non siamo certamente figli di un Dio Minore.

IL “POPOLO” DI CENTRO È MAGGIORANZA VALORIALE DEL PAESE.

Questa cultura fa parte del DNA POLITICO DEL CENTRODESTRA.

Come COALIZIONE MODERNA, CAPACE DI EVOLVERSI di rispondere alle sollecitazioni in un’epoca di cambiamenti  – NON DOBBIAMO AVERE PAURA di rivendicare la nostra identità unitariaDOBBIAMO FARLO CON FORZA E NON CON L’ARROGANZA, con spirito innovatore ma consapevoli e forti della nostra tradizione originaria e della nostra Storia.

Perché solo se saremo convinti di ciò che siamo, potremo essere noi a nostra volta convincenti nei confronti degli Italiani.

E, concludo, con la domanda iniziale:

PUÒ IL CENTRODESTRA FARSI INTERPRETE DEL CAMBIAMENTO DELLA POLITICA CON LA P MAIUSCOLA?

LA RISPOSTA È SÌ. 

DOBBIAMO AVERE UNA VISIONE COMUNE DEL PAESE.

RIVENDICHIAMOLA.

IL CENTRODESTRA TRAE FORZA DALLA SUA PLURALITÀ E DALLA SUA CAPACITÀ DI INCLUSIONE.

SOLO SE CI MUOVEREMO UNITI E COMPATTI, in maniera coesa, RIUSCIREMO A VINCERE LE NOSTRE BATTAGLIE POLITICHE A INCIDERE NELLE SCELTE FONDAMENTALI  ISTITUZIONALI, GOVERNATIVE  E AMMINISTRATIVE DELLA NOSTRA MERAVIGLIOSA ITALIA!

SERVE, CERTAMENTE, IL CORAGGIO DELLA CONCRETEZZA E DEL PRAGMATISMO.

L’ITALIA HA BISOGNO DI UN CENTRODESTRA MODERATO,  MODERNO,  CAPACE DI LEGGERE E INTERPRETARE I CAMBIAMENTI e

 LA SFIDA DEL CAMBIAMENTO VA COLTA con la tranquillità della forza o
come diceva il giornalista Luigi Amicone con la forza della rivoluzione silenziosa“,

PER DARE RISPOSTE SERIE E CONCRETE ALL’ITALIA E RASSICURARE I CITTADINI

IN UN MOMENTO DI GRANDE CRISI E DISORIENTAMENTO.

LA SFIDA È ALTA. IL PAESE ASPETTA. CARPE DIEM!

NON POSSIAMO LASCIARE SCAPPARE L’ATTIMO.

CE LO CHIEDE LA STORIA! 

E NON POSSIAMO,  NON DOBBIAMO  E SOPRATTUTTO NON VOGLIAMO  DELUDERE LA STORIA!

Antonio

INTERVENTO IN ASSEMBLEA 

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