

Cari amici,
stamani al Senato della Repubblica su mia iniziativa si è tenuta una conferenza stampa dedicata a un tema di grande rilevanza per il futuro delle nostre comunità: le opportunità che il Conto Termico offre alle Pubbliche Amministrazioni per investire in sostenibilità, innovazione e riqualificazione del patrimonio pubblico creando una sinergia virtuosa con il privato per rendere gli interventi sempre più innovativi.
Un tema che ci porta a valorizzare il rapporto tra pubblico e privato, in particolare attraverso il Partenariato Pubblico Privato, che oggi rappresenta una leva strategica per colmare il gap di risorse, ottimizzare i tempi, trasferire il rischio operativo sul partner privato e massimizzare l’uso degli incentivi.
Hanno partecipato
- l’Architetto Denis Zuin, assessore ai Lavori Pubblici del Comune di Stra,
- l’Avvocato Roberta Zanaboni, esperta di diritto e modelli di partenariato,
- il Presidente del GSE Paolo Arrigoni,
- la Presidente di ANCE Federica Brancaccio,
- i rappresentanti di ANCE Veneto Alessandro Gerotto e di ANCE Padova Monica Grosselle, che da tempo promuovono una visione concreta e responsabile dello sviluppo del territorio.
Viviamo una fase storica in cui la transizione ecologica non è più una scelta, ma una responsabilità collettiva. Davanti a noi c’è una duplice sfida: tutelare l’ambiente e rendere più moderne e funzionali le strutture pubbliche. In questo contesto, strumenti come il Conto Termico 2.0, previsti dal DM 16 febbraio 2016 e rafforzati dall’art. 48-ter del DL 104/2020, si rivelano fondamentali. E lo Stato non può essere spettatore: deve essere guida, deve dare l’esempio e indicare soluzioni.
Le risorse disponibili sono significative: 900 milioni di euro annui, di cui 400 milioni dedicati esclusivamente alle Pubbliche Amministrazioni.
Gli incentivi coprono:
- fino al 65% dei costi sostenuti per interventi di efficienza energetica;
- fino al 100% per scuole, RSA, ospedali, palestre, piscine e palazzi dello sport, con un tetto massimo di 1.200 euro al metro quadro.
Grazie infatti a una dotazione di 400 milioni di euro annui, destinata esclusivamente alle PA, come dicevo prima, gli enti pubblici possono ottenere incentivi a fondo perduto fino al 65% dei costi sostenuti, che possono arrivare al 100% per scuole, ospedali, RSA e piccoli comuni (fino a 1.200 euro al metro quadro). Un’opportunità concreta per riqualificare gli edifici pubblici, abbattere i consumi energetici, ridurre la spesa corrente e migliorare il comfort e la sicurezza attraverso il necessario incentivo dello Stato.
Una distinzione importante riguarda poi le dimensioni dei Comuni:
- per i Comuni con meno di 15.000 abitanti, la quota incentivabile è fino al 100% per tutte le tipologie di edifici pubblici,
- mentre per i Comuni più grandi, si mantiene al 100% solo per scuole, RSA e strutture sanitarie, e al 65% per gli altri edifici.
Il Conto Termico, dunque, è uno strumento flessibile: permette interventi puntuali o integrati, tra cui demolizione e ricostruzione, multi-intervento, riqualificazione energetica e sismica combinata. Può essere attivato direttamente dalla PA o attraverso una ESCO (ESCO è l’acronimo di Energy Service Company, ovvero una società che si occupa di interventi per migliorare l’efficienza energetica. Nel contesto del Conto Termico, le ESCO possono richiedere gli incentivi e predisporre le pratiche per i clienti).
È cumulabile con altri finanziamenti pubblici e rappresenta, anche sotto il profilo della contabilità, un volano strategico per il PPP, migliorando la sostenibilità economica delle operazioni.
Opportunità straordinarie quindi, sulle quali tuttavia dobbiamo operare una riflessione con serietà e responsabilità: questi strumenti devono essere più accessibili. Oggi, molte amministrazioni, in particolare quelle più piccole, faticano a orientarsi tra norme complesse e procedure troppo lunghe. Se vogliamo che il Conto Termico sia davvero un motore di sviluppo, occorre semplificare, digitalizzare, supportare i Comuni, e soprattutto valorizzare le buone pratiche già in atto.
In questa cornice, il Partenariato Pubblico Privato (PPP) si rivela una grande opportunità. Non è solo un modello di collaborazione: è uno strumento che unisce la visione strategica delle istituzioni pubbliche con l’efficienza, la rapidità e il know-how del settore privato. È attraverso il Partenariato Pubblico Privato che possiamo realizzare interventi di qualità, rispettando tempi e budget, trasferendo i rischi operativi al partner privato e massimizzando gli incentivi a disposizione.
Una formula che consente di costruire, rigenerare e gestire il patrimonio pubblico in un’ottica di lungo termine, spostando i rischi tecnici ed economici sul privato, ma mantenendo alla PA la definizione degli obiettivi, la direzione e il controllo.
È un approccio innovativo che consente non solo di costruire, ma di rigenerare e gestire il patrimonio pubblico con una logica di lungo periodo, orientata ai risultati.
Il Partenariato Pubblico Privato, accanto al Conto Termico, diventa così uno strumento strategico per promuovere l’uso delle fonti rinnovabili e accelerare il processo di decarbonizzazione. Ed è questa la visione che dobbiamo avere: una Pubblica Amministrazione che non solo consuma meno energia, ma la produce da fonti pulite, che non subisce il cambiamento climatico ma lo anticipa e lo governa dando l’esempio.
Oggi vogliamo lanciare un messaggio chiaro: non ci mancano le risorse, ci serve il coraggio di usarle bene e di utilizzare nuovi strumenti.
Il Conto Termico e il Partenariato Pubblico Privato sono leve formidabili per la crescita dei nostri territori, ma dobbiamo semplificare le regole, rafforzare il supporto agli enti locali e costruire un nuovo patto tra pubblico e privato fondato sull’efficienza, sulla sostenibilità e sulla trasparenza.
Antonio
INTERVISTA
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