Da notizie di stampa apprendiamo del rapporto di Greenpeace che lancia l’allarme sulle concentrazioni di Pfas in modo particolare nelle acque delle province di Vicenza, Verona e Padova.
Al di là delle rassicurazioni che giungono dalle istituzioni preposte, noi poniamo una semplice domanda al Governo:
Che fine hanno fatto gli 80 milioni che erano stati annunciati, lo scorso ottobre, per affrontare l’emergenza Pfas in Veneto?
La famosa delibera del CIPE è rimasta lettera morta o è finita forse nel dimenticatoio?”
L’associazione ambientalista ha rilevato, nel rapporto ‘Non ce la beviamo’, la presenza di sostanze tossiche nell’acqua sostenendo che sono più di 800.000 i veneti potenzialmente a rischio.
Dal rapporto emerge la presenza di Pfas anche nell’acqua potabile di scuole e fontane pubbliche lontane dalla zona più contaminata.
Queste notizie stanno destando grande preoccupazione e, in certi casi, allarme tra i cittadini, in modo particolare tra le famiglie che pensano alla salute dei propri figli. Ecco perché diventa importante accelerare affinché i soldi stanziati vengano utilizzati e si scongiuri la possibilità, anche teorica, che il Veneto possa perdere queste risorse indispensabili per affrontare l’emergenza Pfas.
I veneti chiedono risposte concrete.
Le mie interrogazione sul problema Pfas
Interrogazione del 2 Marzo 2017