Cari amici,
il commercio e le nuove sfide nell’era digitale, è stato il tema al centro di una conferenza stampa – da me promossa – che si svolta oggi nella Sala Caduti di Nassirya, in Senato, in cui è stato presentato “Nextgozio: commercio al dettaglio nell’era digitale. Quale futuro dopo il Covid-19?” il libro scritto da Patrizio Bertin (che è presidente di Confcommercio Veneto) e da Manuel Faè (imprenditore ed esperto di digital marketing).
Un’occasione per porre all’attenzione dell’opinione pubblica le nuove sfide del commercio, soprattutto del piccolo commercio, nell’era digitale.
Sono intervenuti tra gli altri Carlo Sangalli (presidente Confcommercio ), Carlo Sangalli – che per impegni sopraggiunti non ha potuto raggiungerci ma ci ha fatto avere un video-messaggio; Carlo Stagnaro (Direttore ricerche e studi Istituto Bruno Leoni) e naturalmente gli autori del libro, Patrizio Bertin (presidente Confcommercio veneto ) e Manuel Fae (imprenditore ed esperto di digital marketing)
La pandemia ha trasformato le modalità di interazione nella nostra società, a livello globale.
La paura del contagio e il timore che “l’altro” o “l’estraneo”, nel senso letterale del termine e non solo simbolico, possa essere veicolo di contagio sono fattori che, purtroppo, ancora oggi incidono sulla socialità e, di riflesso, anche sulle attività economiche come il commercio.
E’ in questo contesto che l’analisi di Bertin e Faè – che conoscono da vicino e vivono quotidianamente nel mondo del commercio – diventa uno strumento utile per capire quanto la realtà del negozio sia importante nelle comunità.
L’accelerazione verso il digitale e la trasformazione tecnologica vanno governati.
Questo processo, dunque, va gestito, governato appunto – e come sottolineano bene gli Autori del libro che a breve presenteremo – tutto ciò va fatto valorizzando lo spirito di iniziativa dei nostri imprenditori che svolgono un ruolo-chiave nei territori.
Il piccolo commercio va difeso. I negozi sono presidi nei territori e svolgono una funzione sociale indispensabile, direi insostituibile.
Il piccolo commercio va accompagnato nel passaggio verso l’era digitale.
Le difficoltà della crisi che oggi il commercio sta vivendo vanno trasformate in opportunità.
L’utilizzo delle nuove tecnologie deve diventare un valore aggiunto per tutti, piccoli e grandi.
C’è ancora molta strada da fare. Dobbiamo riconoscerlo. In questo mio breve intervento vorrei focalizzare l’attenzione su tre punti: investimenti, ristori e riaperture, tasse.
Parto dalla questione degli INVESTIMENTI.
Solo il 26% delle imprese italiane è a conoscenza del Piano Impresa 4.0.
La digitalizzazione vale fino a 7 punti di Pil.
C’è un ritardo da colmare per il nostro Paese.
In questo contesto, non possiamo ovviamente non riconoscere le grandi potenzialità che arrivano oggi con il Piano nazionale di Ripresa e Resilienza.
Il Recovery Plan rappresenta un’occasione storica. Esso potrà stimolare una rivoluzione digitale del sistema-Paese, a patto però di coinvolgere attivamente anche milioni di piccole e medie imprese, lavoratori autonomi, piccoli imprenditori.
In questa sede – e colgo l’occasione per farlo alla presenza di autorevoli protagonisti da cui – sono certo – arriveranno importanti stimoli e suggerimenti – vorrei lanciare una proposta concreta.
Sappiamo bene quanto le Camere di commercio siano diffuse e radicate nei nostri territori, svolgendo un ruolo di front-office per le attività economiche. Si potrebbe valutare, quindi, di affidare ad esse il compito di svolgere una funzione di assistenza e supporto, nei confronti delle piccole e medie imprese, per accompagnarle nel processo della digitalizzazione.
Non posso non fare un cenno alla questione ristori o indennizzi e delle riaperture.
Partiamo dai ristori. Non credo sia questa la sede per entrare nel merito del Dl Sostegni, provvedimento recentemente approvato dal Senato e ora in seconda lettura alla Camera, un provvedimento che ha rappresentato un vero e proprio cambio di passo rispetto al passato.
Proprio grazie al nostro pressing in Parlamento, siamo riusciti in primis ad ampliare la platea dei beneficiari, a superare la logica dei codici Ateco e, soprattutto, a legare l’ammontare degli aiuti ai cali di fatturato. Si può e si deve fare di più – ne siamo ben consapevoli – ma soprattutto bisogna consentire alle nostre imprese di lavorare in sicurezza.
Il percorso delle riaperture non si può e non si deve fermare.
Al Governo, in queste settimane, abbiamo chiesto IL SUPERAMENTO TOTALE DEL COPRIFUOCO. Obiettivo raggiunto.
Ieri è stato compiuto un PASSO IN AVANTI con il Decreto Riaperture approvato dal Cdm.
- Dall’1 giugno stop al coprifuoco nelle regioni bianche,
- dal 7 giugno stop al coprifuoco in Veneto che diventerà appunto regione bianca a partire da quella data;
- e dal 21 giugno in tutte le regioni, indipendentemente dai colori delle regioni.
Dico solo che bisogna andare oltre la logica dei ristori.
L’unico vero ristoro importante è consentire alle aziende di lavorare, nel rispetto delle disposizioni di sicurezza. Chi non rispetta le regole va sanzionato; al contrario chi le rispetta deve poter lavorare in tranquillità.
Concludo con un capitolo importantissimo per chi apre la saracinesca della propria attività, al mattino.
Parlo delle tasse.
Nel settore terziario, come ha sottolineato di recente il Presidente Sangalli che interverrà tra poco, sono andati in fumo 1,5 milioni di posti di lavoro. Sono numeri che non possiamo ignorare.
La legge delega sulla riforma fiscale prevista nel PNRR a fine luglio deve, a nostro avviso, rispondere alla necessità di tagliare le tasse sul lavoro.
Solo attraverso una riduzione della pressione fiscale potremmo garantire una reale ripartenza delle nostre imprese. E’ impensabile, infatti, che dopo 1 anno di crisi pandemica sanitaria economica e sociale, le nostre attività possano tornare a pagare le tasse.
La nostra proposta è di tutelare il ceto medio,
è il ceto produttivo del Paese.
Quindi la riforma fiscale deve partire da questa esigenza
che per noi è prioritaria.
Bisogna alleggerire dunque il carico fiscale e soprattutto intervenire con un taglio drastico del cuneo fiscale, a beneficio di aziende e lavoratori.
Concludo con un passaggio che mi ha colpito di recente.
Le parole sono del nostro Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella.
“Il ruolo delle imprese è centrale per la ripresa“.
E, ancora, “per l’opera di ricostruzione del Paese è necessario uno sforzo corale delle Istituzioni e delle forze economiche e sociali”.
Bene, il monito del Capo dello Stato sia uno stimolo a lavorare insieme.
La ricostruzione del sistema Paese parte dal dialogo ed è anche per questo che dobbiamo anche noi, come istituzioni, lavorare a fianco e ascoltare chi come i nostri imprenditori saranno chiamati a fronteggiare sfide importanti nel prossimo futuro.
Antonio
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