Oggi in Senato, abbiamo accesso i riflettori delle istituzioni sulle Pro Loco che, certamente non hanno bisogno di presentazioni. Tutti noi conosciamo questa meravigliosa realtà che esiste in Italia dalla fine dell’Ottocento.
D’altronde, laddove c’è un campanile, una farmacia, una stazione dei Carabinieri o una parrocchia, oggi, esiste anche una Pro Loco. Quindi, certamente, è un mondo che non ha bisogno di “sponsor”.
Come sappiamo, infatti, le Pro Loco svolgono un servizio insostituibile a supporto dei territori, da Nord a Sud, da Bolzano a Lampedusa.
Sono associazioni che operano su più ambiti, dalla salvaguardia e promozione del patrimonio culturale alla valorizzazione dei territori e anche dei prodotti tipici, quindi di un altro ‘patrimonio’ italiano che è quello enogastronomico.
Guardiamo velocemente ai numeri.
6200 Pro Loco presenti in tutta Italia.
110.000 eventi organizzati ogni anno.
600.000 volontari che dedicano il proprio tempo (25 milioni di ore) alle proprie comunità.
Tutto questo, oggi, è una realtà.
E’ una realtà che, però, va riconosciuta a livello normativo.
Viviamo in un mondo sempre più globale e “connesso”
grazie alle nuove tecnologie.
C’è chi si potrebbe domandare: ma che senso ha sostenere chi promuove le tradizioni e i territori?”
ESSERE LOCAL oggi è una tendenza che va sostenuta con forza.
Perché ESSERE LOCAL vuol dire promuovere le nostre identità.
Vuol dire far parlare i TERRITORI.
Le Pro Loco, infatti, come sappiamo, svolgono, da un lato,
una preziosa opera di collaborazione con gli ENTI LOCALI nella gestione dei servizi e dall’altro lato, una FUNZIONE FONDAMENTALE DI COLLANTE SOCIALE soprattutto nelle aree meno popolate.
Senza contare il fatto che – lo abbiamo visto l’anno scorso con UN REPORT DELLA CGIA DI MESTRE, presentato proprio qui in Senato – LE SAGRE E LE FIERE ORGANIZZATE DALLE PRO LOCO garantiscono un EFFETTO MOLTIPLICATORE in termini di valore economico e sociale (PER 1 EURO SPESO SI HA UN RITORNO TRIPLO)!
L’UNPLI – che è l’Unione nazionale delle Pro Loco d’Italia è una delle 157 Associazioni accreditate presso l’UNESCO in quanto depositaria, da sempre, del patrimonio culturale immateriale del nostro Paese!
Questo ci fa capire la bontà dell’operato svolto dalle Pro Loco!
Basti pensare – ma è solo un esempio – alla realtà dei dialetti e delle lingue locali che contraddistinguono le nostre comunità e che le Pro Loco appunto aiutano a preservare!
Mi viene in mente una citazione dello scrittore siciliano Andrea Camilleri, recentemente scomparso, che diceva: “Il dialetto è la lingua degli affetti!”
E veniamo al motivo per cui oggi siamo qui.
Oggi al Senato abbiamo presentato alla stampa un DISEGNO DI LEGGE che riguarda il mondo delle Pro Loco.
E’ una battaglia che – come ho già detto in altre precedenti occasioni – “non ha colori politici”. Ci sono valori che appartengono a tutti.
Il valore del VOLONTARIATO non ha APPARTENENZE POLITICHE.
Un Disegno di legge che è stato sottoscritto da rappresentanti di tutte le forze politiche presenti in Senato.
E’ chiaro che si tratta di un PRIMO PASSO VERSO IL TRAGUARDO.
Il ddl – come recita il titolo dell’Atto Senato 1645 – CONTIENE “DISPOSIZIONI INERENTI LE MANIFESTAZIONI A CARATTERE TEMPORANEO e le attività organizzate dagli enti aderenti alla rete UNPLI (Unione nazionale Pro Loco d’Italia)”, una realtà che, come dicevo poc’anzi, già esiste e va dunque riconosciuta a livello normativo.
Come abbiamo già detto più volte, una piccola sagra di paese non può, d’altronde, essere paragonata ad un grande concerto con migliaia e migliaia di partecipanti.
Con questo ddl intendiamo raggiungere alcuni OBIETTIVI CHIARI E SEMPLICI.
- RICONOSCERE A LIVELLO NORMATIVO LE PRO LOCO;
- RIDURRE IL PESO DELLA BUROCRAZIA a favore di amministratori locali e delle Associazioni Pro Loco e FACILITARE E SEMPLIFICARE LE PROCEDURE per la realizzazione delle attività promosse dalle Pro Loco;
- VALORIZZARE LE REALTA’ TERRITORIALI attraverso le attività promosse dalle Pro Loco;
- TUTELARE L’OPERATO DEI VOLONTARI consentendo loro di operare in tranquillità e sicurezza. Ed è un passaggio, a mio avviso, centrale, considerando il ruolo centrale che assume il VOLONTARIATO in questo contesto!
Esaminando l’articolato del provvedimento, possiamo riscontrare i dettagli del Disegno di
legge in questione.
L’ARTICOLO 1. Il comma 1 e comma 2 definiscono gli ambiti di applicazione del Disegno di legge stesso. In altre parole, è l’articolo che ci dice chi saranno i destinatari di questo disegno di legge. L’articolo 1 riconosce il ruolo dell’UNPLI e individua chiaramente appunto COSA SONO e soprattutto COSA FANNO le Pro loco (associazioni aventi natura privatistica e senza scopo di lucro, con finalità di promozione del territorio e che si avvalgono di volontari).
L’ARTICOLO 2 prevede una serie di SEMPLIFICAZIONI e disposizioni su eventi di spettacolo dal vivo o trattenimento in luogo pubblico, organizzate dalle Pro Loco.
In modo particolare, entrando nel dettaglio, il COMMA 1 prevede che la LICENZA DEL SINDACO venga sostituita dalla SCIA (cosiddetta Segnalazione certificata di inizio-attività).
Il COMMA 2 dispone che le AUTORIZZAZIONI E LE VERIFICHE di cui all’art. 80 del Regio Decreto n. 773/1931 (su eventi e spettacoli dal vivo) e successive modificazioni hanno una VALIDITA’ DI 5 ANNI SE NON CI SONO STATE VARIAZIONI LOGISTICO-STRUTTURALI.
L’ARTICOLO 3. Il COMMA 1: La SCIA può essere presentata telematicamente o, in via alternativa, direttamente agli Uffici competenti, senza quindi gravare sulle associazioni di piccole dimensioni.
Il COMMA 2 prevede che, per le manifestazioni temporanee e gli allestimenti temporanei, se la Commissione provinciale o comunale, nello stesso Comune, ha autorizzato l’AGIBILITA’ negli ultimi 5 anni, non serve una nuova autorizzazione di agibilità, ovviamente SE e solo SE non ci sono state variazioni a livello logistico-strutturale.
IL COMMA 3 prevede di estendere la disciplina di cui all’art. 3 del Decreto legislativo n. 81/2008 alle associazioni o enti senza scopo di lucro.
L’ARTICOLO 4, infine, sottolinea che dalle presenti disposizioni non derivano nuovi e
maggiori oneri per la finanza pubblica. Si chiama CLAUSOLA DI INVARIANZA FINANZIARIA, utilizzando un linguaggio tecnico. In parole povere, vuol dire che questo disegno di legge non ha un costo per le casse dello Stato.
Come dicevo, è un solo un primo passo importante verso il traguardo. Adesso da qui, oggi, parte un appello a tutte le forze politiche affinché su un argomento così importante e trasversale che riguarda i territori e le comunità si possa, per una volta, fare squadra.
“Fare rete” e centrare così il risultato!
Antonio
INTERVISTA PER SENATO TV
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