Presentazione in Senato del libro “Il dono e il discernimento”

Cari amici,

oggi pomeriggio in Sala Zuccari, a Palazzo Giustiniani ho partecipato alla presentazione  del libro “Il dono e il discernimento. Dialogo tra un gesuita e una manager” di Francesco Occhetta e Mariella Enoc.

Erano presenti, Sua Eminenza reverendissima, Mauro Gambetti; Sua Eminenza Reverendissima Michael Czerny; il ministro della Salute Roberto Speranza; il ministro per le pari opportunità e la famiglia, Elena Bonetti; gli autori Mariella Enoc, presidente dell’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù e padre Francesco Occhetta, gesuita e docente della Pontificia Università Gregoriana;  Marco Damilano direttore de L’Espresso e Simona Sala direttore di Radio Rai1.

E’ stata presentat un’opera che credo contenga molti elementi densi di significato.

L’elemento forte di questo libro sta nel metodo, direi nella forma, ancora prima che nella sostanza.

Tutto parte da un dialogo.

Il dialogo tra Mariella Enoc  e Francesco Occhetta, autori del libro che è stato presentato oggi, “il Dono e il discernimento. Dialogo tra un gesuita e una manager”.

E’ questo dialogo  a tracciare il profilo di una donna che ha saputo incarnare i principi e i valori del cattolicesimo democratico portandoli sempre con se’ in tutti gli ambiti della sua vita.

Questa credo che sia la forza di questa testimonianza di vita, una testimonianza di vita e di fede, raccontata in un libro che ripercorre non solo i fatti di vita appunto ma soprattutto i dubbi, gli interrogativi, i punti di domanda che orbitano intorno alla vita di ciascun uomo e di ciascuna donna, di fede soprattutto.

Mariella Enoc con questo libro, si spoglia e rivela la propria autenticità di donna, donna credente che da sempre ha affrontato i grandi temi della vita traducendo in realtà  le intuizioni del Concilio Vaticano II sulla Chiesa, una Chiesa dove non c’era più la dicotomia tra gerarchia ecclesiastica da una parte e fedeli dall’altra ma dove, al contrario, la Chiesa era luogo di incontro, di formazione, di dialogo appunto.

Dialogo come quello tra medico e paziente per rispondere ai bisogni della persona, a 360 gradi, dove non conta solo la conoscenza scientifica ma soprattutto la relazione e l’attenzione nei confronti di chi soffre, sempre, anche quando la parola ‘cura’ sembra quasi non avere più un senso.

Dialogo o collaborazione necessaria tra sanità pubblica e sanità privata, entrambe al servizio delle persone, le quali unite possono rispondere alle esigenze dei pazienti, investendo sulla qualità di cura, sulla ricerca e sull’attenzione alla persona.

E per vivere veramente il dialogo, un uomo o una donna, come sa bene Mariella Enoc, deve vivere nel dubbio, anzi direi meglio nella ricerca. Una ricerca dove la fede non è un insegnamento ma una testimonianza di vita.

Mi ha colpito una frase di questo libro. Consentitemi di citarla. E’ in realtà una frase pronunciata da papa Paolo VI: “L’uomo contemporaneo ascolta più volentieri i testimoni che i maestri, o se ascolta i maestri lo fa perché sono testimoni”.

Come si racconta bene nel libro, i valori e i principi di chi crede diventano il “faro” nei momenti in cui ciascuno di noi è chiamato a compiere delle scelte.

I valori e i principi appunto sono ciò che hanno guidato Mariella Enoc nel ricercare sempre la verità e il bene comune, non accettando mai di “abdicare” alla cultura del più forte e del più potente, alla logica del profitto, al Dio Denaro.

Mi vengono in mente le parole di Papa Francesco citate nel libro: “la crisi finanziaria che attraversiamo ci fa dimenticare che alla sua origine c’è una profonda crisi antropologica: la negazione del primato dell’essere umano”. 

Il valore della dignità dell’uomo deve occupare il primo posto.

Questo è ciò che rende straordinariamente bella e intensa la storia di Mariella Enoc.

Una storia che è una testimonianza di vita.

Una Storia che vuole essere un monito per tutti noi affinché, anche in politica, così come accade nel mondo dell’impresa, possa prevalere la cultura dell’etica e non quella del relativismo, la cultura della condivisione e della solidarietà e non quella dell’egoismo, la cultura della dignità e della vita e non quella dello scarto e della morte.

Antonio

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