Cari amici,
questa mattina in Senato – presso la Sala Caduti di Nassirya – su mia iniziativa, è stato presentato il volume “Pro Loco: risorsa per il territorio. L’impatto sociale ed economico delle Pro Loco italiane” edito da Marsilio.
Nel corso della conferenza sono intervenuti, fra gli altri: Antonino La Spina, presidente UNPLI; Fernando Tomasello (Dipartimento Cultura e Unesco, UNPLI); Vincenzo Santoro (Dipartimento Cultura e Turismo, Anci); Luca De Michelis (ad Marsilio); Renato Mason (segretario CGIA Mestre) e Sandro Pappalardo (Consigliere ENIT – Agenzia Nazionale del Turismo).
Si tratta di un libro che illustra uno studio del Centro studi della Cgia di Mestre che ci fa capire bene quanto siano importanti le Pro Loco.
Prima però di arrivare allo studio vorrei fare un veloce excursus, partendo proprio dall’inizio.
Correva l’anno 1881. La prima Pro Loco nasce in Trentino, allora Impero Asburgico, proprio nel 1881.
Da allora ad oggi di strada ne è stata fatta molta. 6200 Pro Loco, 600.000 tesserati e 300.000 volontari. Oggi sono questi i numeri delle Pro Loco.
Con un dato curioso: il 20% delle Pro loco coinvolge anche volontari stranieri.
Quindi le Pro loco come modello di integrazione e di inclusione sociale.
Il valore delle Pro Loco.
Promozione turistica del territorio, questa è la funzione che oggi riscopriamo essenziale, soprattutto in un momento come quello attuale in cui la nostra bellissima Italia ha bisogno di far ripartire soprattutto il turismo.
Prima del Covid, in un anno, erano 110.000 gli eventi che hanno portato da Nord a Sud, 88 milioni di visitatori.
Ci sono regioni che contano almeno una Pro Loco per Comune e c’è una regione – L’Umbria – dove le Pro Loco sono in media 2 per Comune.
Il rapporto tra le Pro Loco, le istituzioni e i territori.
I soggetti istituzionali con cui le Pro Loco oggi hanno un maggiore scambio sono i Comuni e le Regioni.
Molte regioni hanno legiferato riconoscendo il ruolo delle Pro Loco.
Ad esempio in Veneto la legge regionale n. 34/2014 “Disciplina delle associazioni Pro Loco” riconosce esplicitamente le attività dell’UNPLI.
Nei rapporti con i Comuni, molte volte, le Pro Loco sono il braccio operativo delle amministrazioni nella creazione di eventi per la promozione e la valorizzazione del territorio e della cultura locale.
Il contributo delle Pro Loco, inoltre, viene anche riconosciuto dalle imprese nei territori.
Il libro che abbiamo presentato oggi illustra, come dicevo, i risultati di uno studio della Cgia di Mestre.
Il valore della produzione generato dal sistema delle sagre e delle fiere Pro Loco è pari a 2,1 miliardi di euro in un anno, considerando anche l’indotto.
Quali sono i settori maggiormente coinvolti?
- 711 milioni il settore food and beverage
- 205 milioni il settore agricolo
- 151 milioni le attività artistiche e di intrattenimento
- 116 milioni il settore dei trasporti e del magazzinaggio
Il sistema delle Pro Loco dunque genera ricchezza e stimola le nostre economie locali.
- Sono 10.500 i posti di lavoro attivati.
- 198 milioni di euro le retribuzioni lorde attivate dal sistema delle sagre e delle fiere delle Pro Loco.
- 122 milioni di euro i consumi attivati dalle Pro Loco con i loro eventi.
Le diverse attività tradizionali delle Pro Loco hanno subito uno stop a partire da marzo 2020 a causa dell’emergenza Covid.
In realtà il lavoro delle Pro Loco non si è mai arrestato: in prima linea nel supporto alle strutture impegnate in prima linea nell’emergenza sanitaria e poi nel sostenere le reti sociali delle comunità e le fasce sociali più deboli. Le Pro Loco fanno parte di questo patrimonio di solidarietà che, in questo anno, ha aiutato l’Italia a rialzarsi e ad affrontare le difficoltà. Quindi prima di tutto, grazie!
Apro una parentesi sulla questione riaperture. In attesa delle indicazioni normative, qualche giorno fa, abbiamo letto tutti le linee guida della Conferenza delle regioni sul sagre eventi e fieri e manifestazioni locali. Siamo convinti che si debba ripartire, in sicurezza, con tutte le tutele necessarie per garantire la salute di tutti noi.
Quindi al Governo chiederemo certezze normative per far sì che anche il mondo delle Pro Loco possa ricominciare ad animare i nostri territori e le nostre comunità.
Questa è la forza del volontariato.
Ricordiamo che, grazie alle Pro Loco, in un anno, si svolgono 25 milioni di ore di volontariato.
Questo è il patrimonio più grande che non possiamo disperdere.
Quindi da qui, dal Senato, oggi, vorrei dire a tutte le centinaia di migliaia di volontari di tutta Italia, da Bolzano a Lampedusa, GRAZIE DI CUORE!
25 milioni di volte, grazie!
Come sapete, ma non mi entrerò nel dettaglio, in questa Legislatura, in Senato, ho presentato un disegno di legge che riguarda le manifestazioni a carattere temporaneo e le attività organizzate dagli enti aderenti alla rete UNPLI.
Il nostro obiettivo è far sì che una realtà come quella delle Pro Loco venga riconosciuto a livello normativo.
Una piccola sagra di paese non può essere paragonata ad un grande concerto con migliaia e migliaia di partecipanti.
Per questo motivo, qui in Senato, abbiamo presentato questo ddl che ha come obiettivi: ridurre il peso della burocrazia per amministratori e Pro Loco; valorizzare le realtà territoriali; riconoscere appunto a livello normativo le Pro Loco, facilitare e semplificare le procedure per la realizzazione delle attività e tutelare l’operato dei volontari.
Il riconoscimento delle Pro Loco – che hanno un valore straordinario, come ci dimostra lo studio che presentiamo qui oggi – è una battaglia che non ha e non può avere colori politici.
Il mio auspicio è che al più presto si possa trovare in Parlamento una convergenza quanto più ampia possibile in modo da centrare l’obiettivo.
Antonio
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