

Le piccole imprese rappresentano la spina dorsale dell’economia italiana. Sono loro a creare occupazione, a dare opportunità ai giovani e a tenere vivo il tessuto sociale delle nostre comunità, soprattutto nei territori più fragili. È per questo che ho deciso di dire NO a un quesito referendario che, se approvato, metterebbe seriamente a rischio queste realtà.
Il punto centrale della proposta è l’eliminazione del tetto all’indennizzo per i licenziamenti. Una misura che, dietro l’apparente intento di tutelare i lavoratori, nasconde in realtà gravi conseguenze per chi ogni giorno manda avanti un’attività con sacrificio e responsabilità.
Togliere questo tetto significherebbe aprire la porta a un’ondata di contenziosi legali e a un clima di incertezza giuridica, con effetti devastanti soprattutto per le micro e piccole imprese. Chi ha pochi dipendenti e margini limitati non può permettersi di affrontare vertenze giudiziarie dai risvolti imprevedibili.
Non si tutela il lavoro mettendo in difficoltà chi lo crea. Al contrario: per rafforzare i diritti dei lavoratori serve un sistema equo, chiaro, sostenibile – che metta insieme tutele e crescita, dignità e sviluppo.
Per questo dico con convinzione: votiamo NO. Facciamolo per le nostre imprese, per i nostri territori, per il futuro dell’Italia che lavora.
Antonio

















