Referendum. Le ragioni della nostra scelta – MARCHE

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Cari amici,

l’8 e il 9 giugno saremo chiamati a esprimerci su cinque quesiti referendari che toccano temi delicati: il lavoro, la sicurezza nei luoghi di lavoro, la cittadinanza. L’UDC ha scelto la strada della responsabilità: noi andremo a votare e diremo cinque NO.

Non vogliamo lasciare che altri decidano per noi e per questo andremo responsabilmente a votare. Crediamo che, su questioni così importanti, sia giusto esercitare il diritto-dovere del voto, anche per dire con forza che questi referendum non offrono vere soluzioni.

Tre quesiti riguardano il Jobs Act. Sappiamo bene che questa riforma ha avuto limiti, ma ha anche introdotto strumenti nuovi e flessibili che hanno permesso alle imprese di assumere di più e dato tutele a chi prima non ne aveva. Cancellarlo vorrebbe dire tornare indietro, e noi non vogliamo guidare il Paese con lo specchietto retrovisore.

Lo diciamo chiaramente: no al ritorno a modelli rigidi che non creano lavoro ma incertezza. Un altro referendum interviene sulla sicurezza sul lavoro, un tema che ci sta profondamente a cuore.

Ma pensiamo che servano interventi concreti, non slogan ideologici. Questo Governo ha già stanziato 1,2 miliardi per la sicurezza, potenziando controlli e ispezioni. Il referendum, invece, non è lo strumento giusto per garantire davvero più tutela ai lavoratori.

Infine, si chiede di dimezzare da 10 a 5 anni il periodo minimo di residenza per ottenere la cittadinanza italiana. Anche qui diciamo no.

La cittadinanza deve essere il traguardo di un percorso, non un automatismo. Siamo invece favorevoli a snellire le procedure burocratiche e a investire su veri percorsi di integrazione, partendo dalla scuola e dalla conoscenza della lingua.

Non ci sottraiamo al confronto. Ma pensiamo che su questi temi, come ha ricordato la CISL, serva più dialogo e meno ideologia.

L’UDC dice NO a questi referendum perché sono strumenti sbagliati per problemi complessi. Ma soprattutto, dice SÌ alla partecipazione democratica: noi il referendum non lo disertiamo.

96° ADUNATA NAZIONALE ALPINI A BIELLA

Essere presente a Biella in occasione della 96ª Adunata Nazionale degli Alpini è stato per me un grande onore e una profonda emozione. Come sempre, in questa occasione, il primo pensiero va a tutti i soldati italiani, alla loro memoria, al loro sacrificio.

L’Adunata Nazionale degli Alpini rappresenta uno dei momenti più sentiti dalla comunità alpina e da tutto il Paese. Migliaia di alpini, ex-alpini e simpatizzanti si riuniscono ogni anno per celebrare la storia, l’impegno e i valori di un Corpo che è simbolo di dedizione, umanità e servizio.

Il tema scelto per l’edizione 2025, “Alpini, portatori di speranza”, sottolinea la straordinaria capacità degli alpini di rappresentare, ieri come oggi, un punto fermo per le nostre comunità. La speranza, in questo contesto, non è un concetto astratto, ma qualcosa di concreto: la mano tesa nei momenti di difficoltà, la presenza costante nei piccoli paesi, l’aiuto silenzioso e instancabile nelle emergenze.

Gli Alpini sono il volto più autentico dell’Italia: impegno, solidarietà, senso del dovere. Li abbiamo visti operare con discrezione e determinazione in tantissimi scenari, sempre pronti a dare il massimo, non solo in ambito militare, ma anche attraverso il volontariato e l’associazionismo.

Un ringraziamento sincero va al Presidente dell’Associazione Nazionale Alpini (ANA)Sebastiano Favero, e a tutti gli organizzatori che hanno reso possibile questo evento straordinario. L’energia che ci trasmettete ad ogni appuntamento nazionale è davvero unica: è lo spirito alpino che continua ad attrarre migliaia di persone in tutta Italia.

In chiusura della giornata, ho avuto il piacere e l’onore di incontrare gli Alpini delle sezioni venete e padovane, testimoni vivi del radicamento profondo di questo Corpo sul territorio. Nei piccoli comuni come nelle grandi città, gli Alpini costruiscono ogni giorno legami di comunità e fiducia, portando con sé un patrimonio di valori che dobbiamo custodire e trasmettere alle nuove generazioni.

L’Adunata di Biella è stata, ancora una volta, una straordinaria occasione di riflessione, memoria e speranza. W l’Italia! W gli Alpini! LEGGI IL BLOG

NEL RICORDO DI ALDO MORO, PER RINNOVARE IL NOSTRO IMPEGNO DEMOCRATICO

Venerdì scorso in via Caetani a Roma, abbiamo ricordato Aldo Moro nel luogo dove nel 1978 fu ritrovato il suo corpo, alla presenza del Presidente Mattarella. Un momento carico di emozione, memoria e riflessione.

La sua tragica uccisione da parte delle Brigate Rosse segnò profondamente il nostro Paese. Ma ricordare Moro significa anche onorare il suo pensiero: statista del dialogo, della responsabilità e della democrazia.

Le sue parole – “Rendere la nostra Patria libera, giusta, sicura e pacifica” – restano un faro per affrontare le sfide di oggi con etica, competenza e unità.

Ricordare è un dovere. Costruire un’Italia più giusta è il nostro impegno quotidiano. GUARDA QUI

DALLE MARCHE UN ESEMPIO CONCRETO: LO SCREENING DEL DIABETE DIVENTI MODELLO NAZIONALE

La prevenzione è la vera chiave per una sanità più giusta, più efficiente e più vicina alle persone. Oggi voglio condividere con voi un risultato importante: la Regione Marche ha introdotto, prima in Italia, lo screening glicemico obbligatorio nei pronto soccorso, un passo decisivo nella lotta contro il diabete.

Questa iniziativa non è passata inosservata: la rete diabetologica marchigiana è stata riconosciuta come best practice dall’Unione europea. Ecco perché credo con forza che questo modello debba diventare un riferimento nazionale.

Come UDC e come rappresentante in Parlamento, mi sono battuto per questo obiettivo. Proprio in questa legislatura, infatti, è stata approvata la Legge 130/2023, che nasce da un mio disegno di legge e apre la strada allo screening degli anticorpi nei bambini, per identificare in tempo i soggetti a rischio.

È un passo in avanti enorme in termini di prevenzione e diagnosi precoce. Nelle Marche, oggi, si contano circa 82.000 persone affette da diabete, tra cui 300 minori.

Lo ha ricordato anche il professor Valentino Cherubini, direttore della Diabetologia pediatrica dell’Azienda ospedaliero-universitaria delle Marche: la strada da seguire è quella della prevenzione, con strumenti scientifici e concreti. La salute non può aspettare. E quando una Regione dimostra di saper innovare e anticipare i bisogni dei cittadini, quella buona pratica deve diventare patrimonio di tutti.

 

Vi ringrazio per l’attenzione

Buon proseguimento,