“In una situazione di vuoto normativo, mentre il Parlamento (alla Camera) è in corso un dibattito politico sul testamento biologico, la delibera del Comune di Ponte di Piave, nel Trevigiano, sembra un’iniziativa che ha più un valore simbolico. Di certo, il tema va affrontato in sede parlamentare dove ci auguriamo che si arrivi ad una giusta sintesi tra la necessità di tutelare la dignità del malato terminale e, dunque, la vita, da un lato, e dall’altro il bisogno di realizzare la volontà del paziente. Ciò che evidentemente sta sfuggendo, nel dibattito, anche in Parlamento (in I Commissione l’Udc sta conducendo una battaglia senza esclusione di colpi sul tema delle DAT) è il fatto che assecondando il principio dell’autodeterminazione si rischia di perdere di vista gli interessi del malato e il medico diventa un mero esecutore della volontà del paziente”. Così su Facebook il senatore dell’UDC Antonio De Poli commenta l’iniziativa del Comune di Ponte di Piave (Treviso) che, nei giorni scorsi, ha lanciato il registro delle DAT (Dichiarazioni anticipate di trattamento). De Poli focalizza l’attenzione sul ddl sul biotestamento in discussione alla Camera, in prima lettura: “L’’articolo 3 e’ il cuore del provvedimento: esso prevede che attraverso le Dat (Disposizioni anticipate di trattamento)il paziente possa chiedere la sospensione di trattamenti sanitari compresi nutrizione e idratazione. Noi dell’Udc siamo fermamente contrari”, chiarisce.