

Il Liceo Classico Europeo di Montagnana, fiore all’occhiello della Bassa Padovana, rischia di chiudere. Una prospettiva che preoccupa non solo la comunità scolastica, ma tutto il territorio circostante.
Non si tratta semplicemente della perdita di un edificio o di un indirizzo di studi: significherebbe rinunciare a un presidio culturale, sociale e formativo di straordinario valore, capace negli anni di attrarre studenti da tutta la regione.
Questa scuola rappresenta un modello educativo in cui tradizione e apertura internazionale si incontrano, offrendo ai giovani un percorso formativo completo, basato su solide radici umanistiche e su una visione europea e globale. È qui che tanti ragazzi e ragazze hanno trovato l’ambiente ideale per crescere non solo dal punto di vista accademico, ma anche umano e civile.
Un’eccellenza riconosciuta
Qualche mese fa, ho avuto l’onore di presentare il Liceo Classico Europeo di Montagnana a Palazzo Madama, a Roma, come esempio di eccellenza educativa e innovazione culturale.
Un riconoscimento importante, che testimonia quanto questa realtà sia apprezzata e stimata anche al di fuori dei confini locali.
La scuola non è soltanto un luogo di apprendimento, ma un motore di vitalità per l’intero territorio. Attorno ad essa ruotano famiglie, docenti, amministratori, associazioni culturali: una comunità che trova nella scuola un punto di riferimento, un laboratorio di idee, un cuore pulsante di iniziative e relazioni.
Un appello alle istituzioni
Di fronte al rischio concreto di chiusura, è necessario che tutte le istituzioni – dal Comune alla Provincia, dalla Regione al Ministero – facciano squadra per trovare una soluzione condivisa, al di là di ogni appartenenza politica.
Difendere questa scuola significa difendere il diritto allo studio, la valorizzazione delle aree interne e la coesione sociale di un territorio che, attraverso l’istruzione, costruisce il proprio futuro.
Difendere un’eccellenza veneta
Il Liceo Classico Europeo di Montagnana non è solo un’opportunità per gli studenti: è un patrimonio comune.
La sua chiusura rappresenterebbe una ferita per tutta la comunità veneta, che perderebbe una delle sue esperienze più avanzate di formazione internazionale.
Difendere questa scuola significa credere nel futuro dei nostri giovani e nella ricchezza culturale della Bassa Padovana.
È un appello alla responsabilità collettiva, un invito a non lasciare che il silenzio prenda il posto di una voce che, per anni, ha raccontato al Veneto e all’Italia cosa significa educare con passione, visione e apertura al mondo.
Antonio
APPELLO A RADIO VENETO 24



















