“Come ha annunciato il ministro della Salute Schillaci, c’è l’impegno massimo del Governo e della maggioranza di Centrodestra in Parlamento ad approvare, il prima possibile, un provvedimento che contrasti in maniera efficace e incisiva il fenomeno delle aggressioni e delle minacce nei confronti di medici e personale sanitario negli ospedali. La tutela della sicurezza di chi lavora per la salute di ciascuno di noi è una priorità e quindi mi auguro che si arrivi al più presto al traguardo finale di una legge”. Lo afferma il senatore Udc Antonio De Poli che aggiunge: “Da inizio anno ad oggi, a Padova, gli agenti di polizia hanno registrato 17 denunce di minacce e aggressioni nei confronti di medici e personale ospedaliero. In un caso è scattato anche l’arresto, dopo l’aggressione da parte di un paziente nei confronti della dottoressa del Pronto soccorso dell’Ospedale”, fa notare De Poli che cita anche un episodio avvenuto a Treviso: “un uomo si è presenta al pronto soccorso dell’ospedale, convinto di avere bisogno di una Tac dopo aver consultato Google. Quando il personale medico gli ha spiegato che l’esame non era necessario, la situazione è degenerata. Sono fatti di cronaca purtroppo sempre più frequenti e, dunque, è indispensabile intervenire”, sottolinea De Poli. “Il nostro grazie va agli uomini e alle donne della Questura di Padova per il loro impegno nel garantire al meglio la sicurezza del personale medico e sanitario. Ricordo, infatti, che il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, proprio per contrastare questo fenomeno, ha aumentato nell’ultimo anno sia il numero di presidi di polizia all’interno delle strutture sanitarie che il numero di poliziotti. Il decreto legge n. 34/2023 ha previsto la possibilità da parte del Questore di poter costituire i posti fissi di polizia che, a livello nazionale, nell’ultimo anno sono aumentati da 120 a 196, mentre i poliziotti negli ospedali sono aumentati da 299 a 432. Inoltre, a seguito dell’adozione del decreto legislativo n. 31 del 19 marzo 2024, le lesioni nei confronti di medici e sanitari è procedibile d’ufficio, indipendentemente dalla volontà del paziente di sporgere denuncia. Fatta questa premessa, se è vero che la presenza delle forze dell’ordine può essere un deterrente, è altrettanto vero che c’è anche un problema culturale: bisogna lavorare nella direzione di ricostruire il rapporto fiduciario tra i pazienti e medici-infermieri-sanitari, restituendo piena dignità a chi lavora nel Servizio sanitario nazionale. Il tavolo tecnico, alla presenza anche delle rappresentanze di categoria, che si è svolto ieri a Palazzo Chigi, è un passo nella giusta direzione che sancisce l’impegno del Governo a contrastare questo delicato fenomeno”, conclude De Poli.