«Sediamoci e dialoghiamo ma io non vorrei un civico» – Intervista al Mattino di Padova

Cari amici,

condivido con voi la mia intervista ad Enrico Ferro del Mattino di Padova pubblicata oggi.

 

Senatore De Poli, in Veneto si litiga per il dopo Zaia. Cosa ne pensa?

È normale che si sia creata una dialettica più o meno accesa per capire quale deve essere il futuro della nostra Regione. Questo serve per individuare il miglior candidato e dare ai cittadini del Veneto le risposte migliori. Non ci sono altre opzioni, se non quella di un Veneto guidato dal centrodestra, che è maggioranza politica e culturale nella nostra Regione.

 

Lei viene da una scuola politica che faceva della mediazione la caratteristica principale. In linea teorica, come risolverebbe il problema che si è creato?

Il problema che si è creato si risolve con pazienza e dialogo. È necessario sedersi intorno a un tavolo sia a livello regionale che nazionale per trovare, con il giusto equilibrio, la figura migliore che rappresenti le istanze dei nostri territori e dei cittadini veneti.

 

È d’accordo con il limite dei due mandati per i governatori di Regione?

Su questo aspetto credo che la discussione sia già passata oltre.

La Corte deciderà rispetto al ricorso fatto dal Governatore De Luca. Il Parlamento si è già espresso, ora bisogna lavorare per capire chi può traghettare il Veneto nel futuro.

 

 

Con una situazione del genere, il centrodestra in Veneto rischia di frammentarsi. È d’accordo? Che ruolo può avere il suo partito?

Sono convinto che il centrodestra, come sempre, alla fine tornerà ad essere unito e coeso. Il ruolo che può avere il mio partito, l’Udc, è sicuramente quello di far dialogare i partiti della coalizione per raggiungere l’obiettivo comune: esprimere il miglior candidato possibile per il Veneto. Storicamente è sempre stato così.

 

Sono legittime le rivendicazioni della Lega in Veneto?

Certo, sono legittime, in questi anni il Veneto è stato governato bene da Zaia. Bisogna tener conto delle istanze di tutti per arrivare a una sintesi, ascoltando le richieste dei cittadini, delle imprese e individuando percorsi condivisi con i territori.

 

Però, Fratelli D’Italia alle ultime europee hanno raggiunto il 37%. Non crede che anche da parte loro sarebbe legittimo avere delle aspirazioni su questa regione?

Sono altrettanto giuste le rivendicazioni di Fratelli d’Italia, che rappresenta il primo partito della coalizione. È giusto che a partire dal quadro che si è delineato in Veneto, tutti lavorino con l’obiettivo di dare alla Regione un’amministrazione sempre più attenta ed efficiente.

 

 

C’è già chi ha anticipato uno schema che vede la lista Zaia, Azione Calenda e Udc. È fantapolitica?

Noi stiamo lavorando, come sempre, per fare la nostra lista, quella dell’Udc. Il nostro obiettivo è rafforzare l’area centrista all’interno del centrodestra nel prossimo Consiglio Regionale Veneto. Noi dell’Udc costruiamo la nostra proposta con l’obiettivo di rappresentare quei mondi che hanno a cuore la sanità e il sociale, la tutela delle fasce più deboli, l’attenzione verso il volontariato, la piccola e media impresa veneta e la sicurezza dei cittadini. Per noi l’importante è ascoltare i territori.

 

C’è anche chi ha detto che lei potrebbe essere una figura in grado di mettere tutti d’accordo. Cosa ne pensa?

Noi siamo i più piccoli della “covata”, come spesso si usa dire in Veneto. Ci può essere una probabilità su un 100 che questo avvenga. Battute a parte e al netto delle candidature, l’area moderata del centrodestra ha un ruolo unificante rispetto a tutte le anime della coalizione.

 

Secondo lei la situazione maturata in Veneto può avere riflessi a livello nazionale?

Magari qualcuno a sinistra si illude di questo, ma sarà smentito dai fatti. A livello nazionale non vedo nessuna fibrillazione. I tavoli non si sono ancora riuniti, quindi non trarrei conclusioni affrettate. Siamo solo all’inizio di questo percorso che ci porterà a nuove elezioni.

Sempre in linea teorica, secondo lei, quali caratteristiche dovrebbe avere il prossimo candidato presidente alla Regione Veneto? Un civico? Un politico?

Io sono sempre stato perché la politica faccia la sua parte: nulla contro un candidato che viene dalla società civile, ma ho sempre sostenuto che la politica possa esprimere il suo primato e debba guidare i processi. Non parliamo di nomi, ma di programmi e contenuti condivisi con il territorio.

Intervista di Enrico Ferro per il Mattino di Padova

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