Seminario al Senato su politiche formazione professionale e del lavoro

Formazione professionale e lavoro rappresentano due temi di grande interesse, due leve strategiche per lo sviluppo del nostro Paese.

Iniziative come quelle di oggi sulle politiche della formazione professionale e del lavoro sono importanti perché ci aiutano a conoscere il contesto.
Conoscere il contesto in cui operiamo è fondamentale per legiferare.

Dal rapporto che è stato presentato emergono elementi molto interessanti che, come dire, spesso differiscono rispetto alla percezione comune.

Dal rapporto emerge che oltre 1 miliardo di investimenti regionali è stato destinato alle politiche attive per il lavoro, in un contesto in cui, tante volte, sentiamo dire che le politiche per il lavoro in Italia non esistono.

Certamente, si tratta di un investimento che non è paragonabile a quello di altri Paesi come la Germania e l’Olanda che rappresentano due modelli di riferimento in Europa.
Però, di certo, una ricerca come quella che oggi viene presentata qui ci aiuta a capire che l’Italia non è all’anno zero.

L’Italia vive una situazione paradossale.
Da un lato c’è un elevato livello di disoccupazione, soprattutto giovanile.
Dall’altro lato, imprese che non riescono a trovare le professionalità di cui hanno bisogno (come nella regione da cui provengo, il Veneto).
Oltre un quinto delle imprese non riesce a trovare i profili professionali di cui ha bisogno, soprattutto quelli tecnico scientifici. È l’allarme lanciato da Confindustria in occasione dell’edizione 2017 della giornata nazionale Orientagiovani, lo scorso dicembre.
Basta questo per capire che è necessaria una riflessione seria e profonda sulla formazione e sul lavoro.

Il rapporto conferma anche un altro dato: esiste una grande disparità nei territori, tra Nord e Sud.
E sono disparità che non si giustificano solo con l’assenza di finanziamenti, visto che tra l’altro le regioni del Sud sono quelle che hanno più risorse europee del Fondo sociale europeo – FSE – con cui si finanziano le politiche formative e del lavoro.

Ai cittadini in cerca di un lavoro vanno assicurati i servizi di formazione e di inserimento lavorativo, sia nel caso di prima ricerca che nel caso di perdita del posto di lavoro.
Considerando i 144 tavoli di crisi aperti presso Il MISE, sono in gioco 180.000 posti di lavoro.

Il rapporto che presentate Voi qui oggi individua delle chiavi di lettura interessanti come la crescente attenzione per le politiche attive per il lavoro, la concentrazione di risorse sulla “prima formazione dei giovani”, lo sviluppo di politiche destinate a diverse platee di beneficiari.
Come sappiamo, da qui alle prossime settimane, il dibattito politico sarà tutto centrato sulla manovra.
Il confronto di oggi, dunque, è ancora più importante anche in prospettiva della prossima manovra di bilancio che andremo a discutere in Parlamento.

Sarà per questo motivo interessante, a mio avviso, ascoltare gli input che arriveranno dal confronto della tavola rotonda sulle misure di politica attiva per il lavoro e sulle diverse scelte regionali su questo tema che è di fondamentale importanza per far sì che il mondo della formazione e le politiche attive per il lavoro tengano conto sempre di più delle necessità che arrivano dal mercato del lavoro.
Io credo che la sinergia imprese-scuola sia l’unica strada da intraprendere per combattere la piaga della disoccupazione, in modo particolare quella giovanile ma non solo ovviamente.

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