Si può essere contrari alla vita?

Aula - Bilancio
Il Questore del senato della Repubblica, Antonio De Poli

Sono trascorsi 40 anni dall’entrata in vigore della legge 194 che prescrive la possibilità per la donna di abortire presso una struttura pubblica e interrompere così volontariamente la propria gravidanza. Negli ultimi giorni, il tema è tornato d’attualità: a Verona, in consiglio comunale, infatti, è stata approvata una mozione contro l’aborto e per la vita. Tra coloro che hanno votato questa mozione c’è anche una consigliera del PD, Carla Padovani, che ha rivendicato il proprio diritto a dissentire dalla sinistra laicista che, da sempre, rivendica il diritto all’aborto come diritto della donna.

Al di là del linguaggio censorio che contraddistingue un partito che si definisce “democratico”, in questo mio breve contributo vorrei limitarmi al dibattito entrando nel merito della questione. Va detto con estrema chiarezza che non esiste un diritto della donna ad abortire in quanto questo presunto diritto creerebbe un conflitto tra la donna e il bimbo, ovvero tra il diritto della donna ad abortire e quello del feto nel grembo materno – che la comunità scientifica considera già vita – a vedere la luce ed essere così messo al mondo.

Sono estremamente convinto che la donna, al contrario di chi predica a sinistra un libertinismo senza senso, debba essere accompagnata anche attraverso un percorso psicologico e medico affinché la sua esperienza di maternità sia positiva di crescita. Solo così riusciremo a difendere il diritto della donna ad avere una maternità felice e contestualmente quello del bimbo a nascere e vivere. Il diritto alla vita, per noi, non si tocca.

Mi avvio alle conclusioni: Il dibattito su Verona ci dimostra quanto questo tema, ancora oggi, sia divisivo nel Paese. Lo dimostrano i dati: otto ginecologi su dieci, oggi, si rifiutano di portare avanti l’interruzione di gravidanza. La mozione di Verona prevede finanziamenti a progetti che aiutano le donne a non abortire e a strutture che portino i bambini nati verso un percorso di adozione. Questo vuol dire difendere la vita. E allora vorrei terminare questo mio ragionamento con un semplice interrogativo: dopo tutto si può essere contrari alla vita?

Antonio De Poli, Questore anziano del Senato; presidente nazionale Udc; membro del Gruppo parlamentare Forza Italia – PPE al Senato 

FONTE