

Veneto24 chiama Roma – Intervista all’on. Antonio De Poli
Benvenuti e ben ritrovati a Veneto24. Oggi abbiamo il piacere di avere con noi l’onorevole Antonio De Poli, senatore questore e presidente dell’Unione di Centro. Buongiorno, senatore, grazie per essere con noi.
Antonio De Poli:
Buongiorno a tutti, buongiorno a Veneto24. Grazie dell’invito.
Giornalista:
Senatore, parliamo dell’interrogazione molto importante che ha presentato recentemente. Lei si è detto sconcertato dalla riduzione dei trasferimenti statali alle province per quanto riguarda gli interventi sulle infrastrutture stradali. Un taglio che rischia di avere un impatto significativo sui nostri territori.
De Poli:
Assolutamente sì. È un taglio che mette in difficoltà le province, in particolare per quanto riguarda la manutenzione delle nostre strade. È uno degli aspetti più rilevanti che abbiamo davanti. Pensate che la stima dei tagli per il biennio 2025-2026, solo per il Veneto, è di circa 26 milioni di euro: 13,5 milioni già nel 2025. La sola provincia di Padova perde circa 2,47 milioni di euro. Lo stesso accade per Treviso, Venezia, Vicenza… insomma, tutte le nostre province.
Questo significa che le manutenzioni delle nostre strade corrono il serio rischio di non essere più garantite. Parliamo di oltre 7.200 chilometri di strade provinciali. Questo mette a rischio i cantieri aperti, le manutenzioni, ma soprattutto la sicurezza dei cittadini.
Giornalista:
E questo è solo un aspetto del problema…
De Poli:
Esatto. È una questione prioritaria. Ritengo che sia un aspetto da affrontare subito, ed è il motivo per cui ho presentato questa interrogazione. Ma questo ci porta anche a una riflessione più ampia sul ruolo delle province.
La famosa legge Delrio, a suo tempo, ha trasformato le province da enti di primo livello – quindi con elezione diretta da parte dei cittadini – in enti di secondo livello, con elezioni riservate ai consiglieri comunali. Di fatto sono diventate una sorta di consorzio.
Oggi, dopo anni, si è capito che l’ente provinciale è una cerniera fondamentale tra comuni, regione e Stato. Serve una riforma seria: le province devono tornare a essere enti di primo livello, eletti dai cittadini, con competenze chiare e definite. Dobbiamo ridare dignità istituzionale e democratica a questi enti.
Giornalista:
Quindi propone un ritorno al passato?
De Poli:
Propongo un ritorno al buon senso. Le province devono poter gestire direttamente le loro storiche competenze: strade, scuole, infrastrutture. Serve una riorganizzazione che parta oggi, altrimenti continueremo con un sistema zoppo.
Alcuni propongono persino di abolirle del tutto. Ma allora che facciamo? Comune, Regione e Stato? Oppure solo Comune, Provincia e Stato? È chiaro che una riflessione è necessaria. Io credo che il modello più efficiente sia quello che abbiamo conosciuto qualche decennio fa, con un assetto territoriale chiaro, funzionale e soprattutto vicino ai cittadini.
Intervistatore:
Onorevole De Poli, nella sua interrogazione parliamo di sicurezza stradale. Lei chiede un tavolo con i rappresentanti dell’Unione delle Province Italiane, lo chiede al Ministro competente, Matteo Salvini, con l’obiettivo di individuare una soluzione condivisa.
Antonio De Poli:
Sì, sicuramente. Un tavolo con l’UPI, un tavolo nazionale, è fondamentale per capire concretamente quali sono le problematiche che potrebbero derivare da un taglio di questo genere. Credo che il confronto sia un elemento concreto e importante della democrazia. Lo vediamo anche nelle cose più semplici — e dico semplici paragonandole ai grandi tavoli che auspico si aprano presto, penso a quanto accade in Ucraina con l’invasione russa, o in Medio Oriente.
Il confronto, la mediazione, sono parte fondamentale della vita quotidiana di ciascuno di noi. E quindi, anche su temi come questo, è importante trovare soluzioni condivise il prima possibile.
Intervistatore:
Abbiamo ancora un paio di minuti e approfittiamo della sua presenza per parlare anche di politica regionale. C’è un po’ di turbolenza all’interno del centrodestra in vista delle prossime elezioni regionali. Qual è la sua valutazione, Onorevole?
Antonio De Poli:
Intanto, credo che ormai non ci siano più dubbi: si voterà in autunno. Questo è già un dato importante. Credo che si possa andare al voto nei primi di novembre, indicativamente tra il 10 e il 15, comunque entro la prima metà del mese.
Quanto alla discussione interna alla coalizione, al di là degli aspetti giornalistici, credo sia normale. È chiaro che chi governa la Regione da anni dice: “Abbiamo amministrato bene, è giusto dare continuità.” Dall’altra parte, chi oggi rappresenta una forza in crescita, come Fratelli d’Italia — che è la prima forza del centrodestra, e non solo — rivendica: “Una Regione del Nord spetta anche a noi.”
È una discussione fisiologica. Non vedo divisioni e sono convinto che il centrodestra andrà unito a governare questa Regione.
Intervistatore:
E su chi dovrebbe essere il candidato?
Antonio De Poli:
L’importante è trovare la persona giusta, quella capace di governare il Veneto guardando al futuro. Io, personalmente, non sono favorevole ai cosiddetti “tecnici” che arrivano da fuori. Serve qualcuno che conosca la macchina regionale, che conosca l’Assemblea in tutte le sue dinamiche, così da partire subito e dare risposte concrete a cittadini e imprese.
Uno che arriva da fuori, per quanto valido, deve imparare tutto da zero: ci vuole almeno un anno, se non di più. E questo, secondo me, non è un vantaggio per nessuno, men che meno per il Veneto.
Intervistatore:
Indubbiamente saranno anche elezioni storiche, quelle che segneranno il “dopo Zaia”…
Antonio De Poli:
Esatto. Sarà un passaggio importante. L’auspicio è che si arrivi presto a una scelta condivisa e responsabile.
Intervistatore:
Ringraziamo Antonio De Poli, senatore questore e presidente dell’UDC. Grazie per il suo contributo.
Antonio De Poli:
Grazie a voi, buon inizio di settimana a tutti e un saluto a chi ci sta ascoltando.