“La scuola non può sostituirsi al ruolo educativo delle famiglie. Una cosa è lottare contro le discriminazioni di qualsiasi natura, ben altra è introdurre nelle scuole ideologie e orientamenti di pensiero come quella gender. A settembre 2015, proprio su sollecitazione dell’UDC, dal Ministero dell’Istruzione era arrivata una circolare che sgombrava il campo da possibili equivoci su ideologie e orientamenti di pensiero che lo stesso Ministero definiva ‘estranei al mondo educativo’. Adesso chiediamo che il Governo svolga i dovuti approfondimenti verificando se le decisioni assunte dai dirigenti degli istituti in questione siano o meno in linea con quella circolare anti-gender”. Lo afferma il senatore UDC Antonio De Poli che, commentando quanto è avvenuto a Mira (Venezia) e Vicenza, dove si è scatenata una polemica contro uno spettacolo sul ‘bimbo senza sesso’ destinato alle scuole. Proprio sul tema dei gender, all’indomani dell’approvazione della Buona scuola (legge n. 107/2015), De Poli ricorda che “sia da parte di docenti che di genitori e famiglie, sono giunte, a più riprese, richieste di chiarimenti ed espressioni di preoccupazione in ordine all’applicazione dell’art. 1 comma 16 della legge, in modo particolare con riferimento alla questione gender”. “Per queste ragioni, noi dell’UDC, fin dall’inizio, abbiamo messo in evidenza la necessità di chiarire la ratio del provvedimento in modo da evitare interpretazione inopportune e ‘libertine’. Siamo favorevoli a lottare contro le discriminazioni, ma tutto ciò non può essere confuso con l’introduzione della teoria gender che è inaccettabile”, puntualizza De Poli che, sull’argomento, aveva presentato, a suo tempo, un’interrogazione parlamentare rivolta al Ministro dell’Istruzione. “La circolare del MIUR – spiega – chiarisce il diritto e dovere delle famiglie di conoscere i contenuti dell’offerta formativa delle scuole”.