Superbonus: De Poli, Governo ponga fine a disparità trattamento fiscale su immobili in aree tutelate

 
“Il Decreto Semplificazioni (Legge 120/2020) ha modificato il Testo Unico dell’Edilizia (Dpr 380/2001) stabilendo che gli interventi di demolizione e ricostruzione con diversa sagoma ed incrementi volumetrici devono essere considerati come ristrutturazioni edilizie. Secondo la normativa vigente, sempre possibile ristrutturare un edificio e, contestualmente, modificarne la sagoma, il  volume e le caratteristiche planivolumetriche. Questa possibilità è prevista anche per gli immobili nelle cosiddette ‘aree vincolate’, ovviamente dopo il parere favorevole della competente Soprintendenza. Quando l’edificio, privo di vincolo diretto ma che si trova in area vincolata, secondo quanto prevede l’art. 3 del Dpr n. 380/2001, viene demolito e ricostruito ma in maniera ‘diversa’, anche se ottiene il parere favorevole da parte della Soprintendenza, non può beneficiare delle agevolazioni fiscali. Al Governo ho chiesto di intervenire con un provvedimento con l’obiettivo di porre fine a tale disparità di trattamento”. E’ quanto afferma il senatore Udc Antonio De Poli che, in Senato, ha presentato un’interrogazione parlamentare  al presidente del Consiglio Mario Draghi e al  ministro delle Infrastrutture Enrico Giovannini. “A suffragare la nostra tesi – spiega De Poli – c’è anche il Consiglio dei Lavori pubblici secondo cui la legge va interpreta come riferita esclusivamente agli edifici con vincolo proprio proprio e non a tutti gli edifici indistintamente solo in quanto inseriti all’interno di aree vincolate. Il paradosso è che oggi, previa autorizzazione paesaggistica, è possibile demolire e ricostruire un edificio privo di vincolo diretto e situato in area vincolata, modificandone completamente ogni caratteristica, ma questo intervento deve avvenire completamente a spese del cittadino. Se la ratio della normativa è – come crediamo – tutelare il paesaggio, riteniamo che, nel momento in cui arriva il via libera della Soprintendenza, sia sbagliato porre in essere una disparità di trattamento. Al Governo ho chiesto pertanto di intervenire con una norma che ponga fine a questa situazione assurda e ingiusta”.