Terzo mandato, giovani e lavoro. Sen. Antonio De Poli ospite di Buongiorno Veneto – Radio Veneto24

Terzo mandato, giovani e lavoro. Sen. Antonio De Poli ospite di Buongiorno Veneto – Radio Veneto24

 

Giornalista:
Veneto24, buongiorno Veneto.
Siamo in compagnia, in questa parte conclusiva della nostra trasmissione, con il senatore questore Antonio De Poli.
Ben ritrovato tra noi, senatore, grazie di essere a Buongiorno Veneto.

Senatore De Poli:
Grazie a voi e un saluto a tutti gli spettatori di Buongiorno Veneto. Buona giornata.

Giornalista:
Torniamo su un argomento che pensavamo di avere archiviato in maniera quasi definitiva: si è improvvisamente riaperto il discorso sul terzo mandato.
La scorsa settimana, durante un mini-tour in Veneto, il leghista generale Vannacci ha criticato fortemente questo provvedimento, definendolo “ad personam”.
Oggi, su un quotidiano veneto, l’onorevole Maurizio Gasparri di Forza Italia ha dichiarato che il discorso è chiuso per sempre.
La sua valutazione qual è?
Crede a questa riapertura da parte di Fratelli d’Italia nei confronti della Lega?
Oppure si tratta solo di una manovra politica?

Senatore De Poli:
Intanto, il concetto del terzo mandato – a prescindere dalle valutazioni strettamente politiche o personali – è chiaro che riguarda tutti.
Riguarda tutte le regioni che vanno al voto.
Quindi, tutti i presidenti: sono cinque le regioni interessate. Ricordo la Puglia, la Campania, la Toscana, le Marche e il Veneto.
Sono quindi cinque regioni.
Tra l’altro, due regioni: una del centrosinistra, la Toscana, e una del centrodestra, le Marche.
I presidenti, se non hanno già convocato le elezioni, hanno già dichiarato di volerle indire nel primo fine settimana utile, cioè quello del 20 settembre.

C’è un problema di tempi e di valutazioni da fare.
Siccome si tratta di un disegno di legge – e non può essere un decreto, perché la legge elettorale non può essere modificata per decreto – serve l’intero iter parlamentare: prima in Senato e poi alla Camera, oppure viceversa.
Questo è un primo scoglio non di poco conto, lo dico da un punto di vista tecnico-amministrativo, prima ancora che politico.

Mi sembra, inoltre, che ci siano valutazioni diverse all’interno della maggioranza e ovviamente anche da parte delle opposizioni.
Quindi, anche se si pensasse a una legge, non sarebbe semplice portarla a termine entro i termini previsti.
Questa è una prima valutazione che farei.

Il dibattito è aperto.
Andrebbe affrontato con serietà, senza chiusure ideologiche, né pro né contro una persona in particolare, ma come un aspetto importante per chi governa e ha un potere legislativo come la Regione.
Serve chiarezza, serve una scelta definitiva, da fare in tempi certi e con senso di responsabilità.

Bisogna farlo in tempi molto brevi e stretti, perché sennò i cittadini corriamo il rischio che si disaffezionino ancora di più alle elezioni, che è l’aspetto più alto di democrazia che abbiamo chiaramente all’interno del nostro Paese.

Giornalista:

Indubbiamente, senatore, approfittiamo della sua presenza anche per girarle gli esiti di quella che è stata un’indagine a cura dell’Istituto Tognolo, che ricordavamo poc’anzi opera nell’ambito dell’Università Cattolica di Milano, con un focus preciso relativo al Nordest.

Secondo quest’indagine, i giovani delle più recenti generazioni – parliamo di una fascia compresa tra i 18 e i 35 anni – non sarebbero più così orientati e interessati a diventare imprenditori, a creare piccole e medie imprese, che di fatto nel nostro Veneto sono storicamente l’asse portante e anche la chiave di successo dell’economia della nostra regione.

Senatore De Poli:

Sì, questo rapporto che è stato fatto ci dà un segnale molto chiaro, di cui dobbiamo farci carico in maniera importante. La vocazione imprenditoriale tra i nostri giovani è in netto calo. Solo in Veneto si è registrato negli ultimi 10 anni un calo di circa il 18-20%. È un fenomeno molto profondo, che mette in discussione proprio l’identità produttiva della nostra regione stessa.

La nostra vocazione è questa: la piccola impresa, la piccola impresa artigiana, commerciale, agricola, che è stata la forza economica importante del nostro Paese, della locomotiva del Nordest – se ne parlava qualche tempo fa. Ma è il contesto della voglia di fare, la voglia di costruire, la voglia di costruire su se stessi, sulla famiglia, sull’autonomia, sul sacrificio, ecco, vorrei dire addirittura, e lavorando si è partiti dai sottoscala, nei garage delle nostre abitazioni, per costruire poi quello che è oggi il nostro tessuto socioeconomico.

E se i nostri giovani non vedono più nella creazione dell’impresa un’opportunità, allora dobbiamo proprio chiederci cosa non sta funzionando. Io credo che bisogna investire sulla formazione tecnica e professionale e accompagnare i nostri giovani con strumenti concreti per l’accesso al credito, per costruire percorsi che si affiancano fra generazioni stesse.

Molti aspetti dobbiamo capirli anche come genitori: stiamo trasmettendo ai nostri figli questa voglia oppure c’è qualcosa che non va? Io credo che anche la scuola, di conseguenza l’università, debbano servire proprio a creare un clima favorevole all’impresa.

Quindi: snellire la burocrazia, restituire fiducia nel nostro futuro, perché sennò la gente dice: “Ma chi me lo fa fare?”

Eh, c’è un grande rischio che se non lo facciamo velocemente, subito, il nostro tessuto produttivo corre il rischio chiaramente di perdere — che è fatto tra l’altro di eccellenze, eccellenze familiari, come dicevo prima, locali — e che chiaramente corriamo il rischio che venga svuotato proprio dall’interno del suo DNA.
Ecco, credo che questa sia la considerazione più importante e che come politica dobbiamo darci una mossa, e come società, per intervenire proprio facendo questi percorsi di recupero sui nostri giovani.

Giornalista:

Noi ringraziamo il senatore Antonio De Poli, senatore questore e presidente dell’UDC.
Senatore, ancora una volta Buongiorno Veneto le è grato per il suo contributo nell’ambito della rubrica “Veneto chiama Roma”, e una buona giornata e una buona settimana di intenso lavoro che crediamo l’attenda.

Senatore De Poli:

Grazie a voi, buona giornata a tutti.