Antonio De Poli

Terzo settore. Le scuole paritarie dell’infanzia e il ruolo della FISM

Cari amici,

stamani in Senato sono intervenuto in un importante convegno sul Terzo settore, scuole paritarie dell’infanzia e ruolo della Fism.

La FISM compie quest’anno 50 anni dalla sua istituzione.

E’ un traguardo importante. Lo slogan di questo anniversario sarà “Prendiamo il largo”. La mia presenza al convegno è per sostenere, al di là dei colori politici di appartenenza, questa vostra realtà che è fatta di 9000 scuole dell’infanzia 0-6 in tutta Italia, 500.000 bambini e oltre 50.000 persone tra docenti e operatori che lavorano nelle vostre scuole.

Le scuole paritarie dell’infanzia rappresentano la maggioranza dell’offerta scolastica per l’infanzia.  Sono presidi educativi che hanno una forte valenza sociale!

Ce lo ricorda la legge sulla parità scolastica che, quest’anno, a marzo, compirà 24 anni.

Dal 2000 con la legge n.62 Berlinguer il sistema delle scuole paritarie è parte del sistema pubblica di istruzione.

E’ una legge anche ancora attende di essere pienamente applicata e, come ricorderò, tra qualche istante, nei passaggi normativi che ci attendono abbiamo il dovere di ricordarcene.

Servono maggiori sforzi. Il nostro faro deve essere il principio della libertà educativa (principio garantito dalla nostra Costituzione, art 33).

Non possiamo restare fermi e silenziosi a vedere inapplicata quella sussidiarietà educativa che per più di un secolo ha trasformato la nostra società ed ha assolto funzioni pubbliche al servizio dei più piccoli, senza attendere che ci pensasse lo Stato.

Quando si chiude o si apre una scuola dell’infanzia paritaria si finisce per toccare tutto il contesto in cui essa è inserita, la parrocchia che fa già molto, il Comune, i legami sociali tra le famiglie, fra le famiglie e la comunità di riferimento.

Voi, le vostre scuole, siete l’anello fondamentale di una catena. Senza di voi, questa catena si rompe.

Ecco perché oggi è essenziale, a distanza di 24 anni dall’approvazione della Legge Berlinguer, riconoscere il valore di coesione sociale delle scuole paritarie.

Certamente abbiamo di fronte a noi dei nodi da sciogliere.

Non è questa la sede per affrontarli ma farò cenno su due questioni: le risorse finanziarie e la messa a terra del nuovo Codice del Terzo settore (che è l’argomento della giornata di oggi).

A dimostrazione dell’attenzione del Centrodestra nei confronti delle scuole paritarie dell’infanzia, con questo Governo abbiamo aumentato le risorse. Citerei tre dati su tutti.

Capitolo riforma del Terzo settore.

Qual è lo stato attuale della Riforma del Terzo Settore, qual è l’impatto sull’operatività degli enti non profit?

Sono domande a cui cercheremo oggi di dare risposta in questa giornata – so che fra l’altro sono previsti gli autorevoli interventi del Ministro dell’Economia e delle Finanze, Maurizio Leo; del Viceministro del Lavoro e delle politiche sociali Maria Teresa Bellucci e del sottosegretario all’Economia Lucia Albano.

Siamo consapevoli che le risposte a queste domande sono necessarie e indispensabili.

Le scuole dell’infanzia paritarie, infatti, non possono essere considerate come aziende o come associazioni del terzo settore tour court. Chi opera, ogni giorno, nel mondo delle scuole paritarie, infatti, conserva un patrimonio culturale, di valori e principi.

E’ la cultura mossa dai valori della solidarietà e del volontariato che diventa e si trasforma in straordinaria professionalità al servizio delle nostre comunità e dei nostri bambini e ragazzi.

Nel panorama normativo, anche le scuole FISM dovranno fare i conti con l’attuazione della nuova riforma.

Fra i passaggi più importanti e delicati da risolvere c’è il passaggio agli ETS Enti del terzo settore.

C’è bisogno di un quadro normativo, dunque, che tenga in debita e giusta considerazione che le scuole dell’infanzia paritarie svolgono una funzione pubblica e il fatto che esse, in alcune aree del Paese, siano le uniche scuole dell’infanzia presenti è un fatto che non può essere ignorato anche nella normativa che va configurandosi.

Bisogna quindi riconoscere la specificità delle scuole paritarie – e qui ritorno al punto di inizio del mio ragionamento – proprio alla luce della legge sulla parità scolastica di 24 anni fa e al principio (che è un principio costituzionale previsto dall’art 33 della nostra Carta) della libertà educativa.

Antonio

FOTOGALLERY

INTERVENTO