«Sì a una Fondazione per il turismo, settore strategico su cui servono maggiori investimenti. Padova deve ritrovare la centralità per essere capitale economica e culturale del Nord Est»
Porta ancora alto lo scudocrociato – presente nel simbolo dell’Udc, partito di cui è segretario nazionale – e Antonio De Poli ne incarna i valori con un’azione politica fortemente radicata al territorio, nonostante gli anni trascorsi in Parlamento. Una vicinanza confermata dall’attenzione riservata alle parole del presidente della Camera di Commercio, Antonio Santocono, che ha recentemente evidenziato due temi chiave per il futuro: innovazione nelle imprese e formazione dei giovani per contrastare la fuga dei talenti.
Senatore, cosa può fare la politica su questi fronti?
«Il presidente Santocono ha giustamente acceso i riflettori su questioni cruciali. È fondamentale valorizzare, formare e retribuire adeguatamente i giovani. Imprese e pubblica amministrazione devono investire di più su profili con competenze digitali, laureati in materie STEM, offrendo loro prospettive concrete. Il Paese ha bisogno di trattenere i propri talenti e farli partecipare attivamente alla sua crescita».
Un altro settore strategico è il turismo. La nascita di una Fondazione rappresenterebbe un nuovo modello di promozione territoriale, un approccio unitario per l’intera provincia. Qual è la sua opinione?
«Padova ha un patrimonio straordinario: Giotto e gli affreschi patrimonio Unesco, le città murate, le Terme Euganee, i Colli. L’intera provincia ha le carte in regola per far crescere l’industria turistica. Se mi chiede se si può fare di più, le rispondo: certamente sì. È necessario unire le forze e guardare all’intero territorio con una visione comune. Per questo ritengo giusto promuovere una Fondazione che contribuisca allo sviluppo turistico, generando ricadute positive sull’intero tessuto socio-economico locale. Il Veneto ha una naturale vocazione al turismo: nei prossimi cinque anni, la Regione deve destinare più risorse a questo settore».
Santocono ha citato l’esempio del lago di Garda, dove tre regioni fanno squadra per promuovere una destinazione unica. Perché a Padova non si riesce a fare lo stesso?
«Condivido pienamente il ragionamento del presidente Santocono. Dobbiamo avviare un’iniziativa concreta e condivisa, che metta Padova al centro e favorisca una strategia capace di generare crescita per tutto il territorio. Non c’è più tempo da perdere».
Dopo la legge su Roma Capitale, il presidente Zaia ha rivendicato per Venezia uno status speciale, mentre Verona ha avanzato la richiesta di diventare città metropolitana. Padova, al centro del Veneto, come può sviluppare politiche più coese, superando i confini comunali?
«Venezia è un patrimonio mondiale dell’umanità e va salvaguardata. Allo stesso tempo, Padova ha bisogno di ritrovare la propria centralità. Non solo attraverso il turismo, ma anche valorizzando il ruolo dell’Università e l’intero tessuto socio-economico. Questi asset, se inseriti in un piano coordinato, possono fare di Padova la capitale economica e culturale del Nord Est. È un progetto ambizioso che richiede strumenti adeguati, a partire da una seria riforma degli enti locali, in particolare delle Province, per garantire politiche più coese e integrate. Dobbiamo valorizzare le autonomie locali, sì, ma anche creare forme di cooperazione stabile fra gli enti».
La riforma delle Province potrebbe essere il primo passo concreto per tornare a politiche di area vasta, a beneficio del territorio. Qual è la sua posizione? Si stanno facendo passi avanti?
«Siamo favorevoli a restituire ai cittadini il diritto di scegliere i propri rappresentanti alla guida di un ente fondamentale, che gestisce servizi essenziali come infrastrutture, turismo, scuola, urbanistica e ambiente. La legge Delrio si è rivelata un grande pasticcio. A livello istituzionale, sono stati avviati i primi contatti: ora è il momento di andare avanti. L’auspicio è che, entro questa legislatura, si possa arrivare finalmente a una riforma definitiva e concreta delle Province».
