Università: pronte 18.770 borse di dottorato!

Cari amici,

oggi in Aula, nel corso del Question Time, ho sottoposto all’attenzione del Governo il tema dei dottorati.

L’Italia è uno dei Paesi OCSE con il più basso tasso di studenti di dottorato.

L’ultimo rapporto Education at a glance 2022 registrava per il nostro Paese un numero di 31.000 dottorandi.

Sono numeri, ahinoi, al di sotto di Paesi come Francia (66.000); Germania  (182.000) e , ancora, Spagna (92.000), Paese iberico quest’ultimo che sta facendo un investimento importante su questo fronte.

Secondo il CNR (Consiglio nazionale delle ricerche), solo lo 0,5% della popolazione in età lavorativa, in Italia, ha un dottorato di ricerca.
In Europa la stessa percentuale in media è l’1,2%.

Anche gli iscritti al dottorato sono assai meno che nella media UE: in Italia 0,14%, in Europa 0,28%.

Il numero di dottorandi è significativo in un Paese che vuole sfruttare al meglio la propria capacità di creare innovazione e quindi di guardare al futuro.

Sappiamo tutti quanto sia importante la sfida del PNRR.

Per sfruttare al meglio questa sfida, però, è necessario affiancare al Piano di ripresa e resilienza ciò che a me piace definire un “Patto delle competenze”.

Cito un dato:  nel 2022 il 43% delle assunzioni programmate dalle aziende italiane (secondo il sistema informativo Excelsior di Unioncamere) non è andato a buon fine per mancanza di profili adatti.

Lo skill missmatch tra domanda e offerta di lavoro è una realtà che per questo Governo e per questa maggioranza di Centrodestra rappresenta una priorità da affrontare.

Investire sui dottorati vuol dire investire sulla capacità del sistema Italia di innovare

Su questo aspetto il PNRR, non a caso, prevede un impegno rilevante per colmare lo skill gap, cruciale per sostenere un ecosistema dell’innovazione

I bandi PNRR per borse di dottorato, per un totale di 7.500 posti messi, rappresentano un primo e significativo passo in avanti.

Bisogna fare di più.  Il 2023 rappresenta un anno chiave per voltare pagina.

Serve un significativo incremento in termini di risorse finanziarie nel sostenere nuove borse di dottoratoincentivi specifici per rendere più  attrattive le prospettive di lavoro dei futuri dottori di ricerca

Cari colleghi, le nostre Università – penso a quella di Padova ad esempio, di cui Lei, caro ministro, ha recentemente l’anno accademico  – sono nei principali ranking internazionali.

Bisogna avvicinare mondo della ricerca e mondo delle imprese.

 

Le risorse del PNRR ci sono e vanno bene. Il PNRR è una scintilla, ora dobbiamo alimentarla. Come?

Sfruttando queste risorse bene e investendo su dottorati innovativi guardando a un disegno che abbia una prospettiva, una visione di almeno 20-30 anni.

Al Ministro Bernini chiediamo come l’Esecutivo intenda intervenire per agevolare il raggiungimento di target impegnativi e, al tempo stesso, strategici per il Paese, rendendo maggiormente attrattivi i percorsi di dottorato sia in generale che, in modo particolare, quelli innovativi che guardano al mondo produttivo.

Antonio

LA MIA INTERROGAZIONE

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