Valutazione rischio bellico: tecnologie avanzate per la sicurezza del territorio

Cari amici,

stamani in Senato, su mia iniziativa, si è tenuta una conferenza stampa dal titolo “Valutazione rischio bellico: tecnologie avanzate per la sicurezza del territorio”.

Erano presenti: Alberto Stefani, Presidente della Commissione per l’attuazione del Federalismo fiscale; Flavio Frasson, Presidente di Etra; Aldino Bondesan, Professore Associato di Scienze storiche, geografiche e dell’antichità dell’Università di Padova e Alberto Liberatore direttore dell’Area Servizio Idrico Integrato di Etra

 

Fa molto effetto presentare questo convegno al Senato ed in particolare in questa sala, la Nassirya, emblema dei nostri soldati morti in Iraq e di tutti i caduti di tutte le guerre.

Fa effetto parlare del rischio bellico in un momento storico in cui le crisi internazionali ripropongono con tutta la loro drammaticità, scenari di guerra in moltissimi Paesi (120 in tutto il mondo in questo momento). Penso in particolare alla guerra che ha colpito il cuore d’Europa, quella Ucraina, e penso alla guerra che sta infiammando tutto il Mediterraneo con la crisi Israelo-Palestinese.

Le ripercussioni dei conflitti sono nell’immediato enormi in termini di vite umane e in termini culturali, economici e sociali.

Ma le guerre lasciano un pericoloso strascico anche a distanza di molti anni e in territori che pensavamo ormai immuni dalle conseguenze dovute all’utilizzo di armi sempre più sofisticate.

Mi ha molto colpito il vostro racconto sul giovane ciclista Lorenzo Bernard, bronzo alle Paraolimpiadi. Il più giovane mutilato di guerra, la prima guerra Mondiale, italiano. Perché la sua mutilazione è dovuta a quelle bombe e agli ordigni inesplosi che ancora infestano parte del nostro territorio, provocando a distanza di oltre 100 anni nuove vittime e nuovi lutti.

Il rischio bellico scuramente va valutato nell’immediato delle operazioni che vengono condotte ogni giorno negli scenari di guerra. Ma come dicevamo prima c’è un rischio che viene da lontano e che ancora oggi incide negativamente sulla vita delle persone e sulla crescita e la sicurezza delle nostre attività economiche.

Quindi oggi ci troviamo qui per lanciare il convegno che si terrà a Padova e per fare un punto sull’attività di Etra che con grande sensibilità si dedica alla sicurezza del territorio a 360 gradi. Il progetto VRB (Valutazione rischio bellico) ha l’obiettivo di creare una mappa dettagliata delle aree potenzialmente contaminate da ordigni bellici inesplosi.

In particolare, l’iniziativa di Etra e dell’ Università ha risposto a una necessità emersa dalla legge 177/2012, che obbliga a valutare il rischio bellico prima di intraprendere qualsiasi attività di scavo.

La mappa ha permesso di individuare con precisione le aree più a rischio in una zona che comprende 69 Comuni tra Padova, Vicenza e Treviso, prevenendo incidenti e facilitando la pianificazione territoriale.

Si tratta dunque, evidentemente, di uno strumento pensato per supportare amministrazioni, aziende e cittadini nel garantire la sicurezza nei cantieri di scavo e nelle aree urbane ad alta densità.

Il rischio bellico ha infatti dei e i modelli e i protocolli che presentiamo potranno essere messi in pratica sul territorio e possono essere utili per individuare e disinnescare senza conseguenze questi pericolosi retaggi del passato. Delle guerre che nel ‘900 hanno insanguinato la nostra penisola e l’intera Europa.

Bonificare il territorio ancora oggi resta una missione importantissima per dare risposte a un problema che è civile ed economico.

La valutazione del rischio attraverso tecnologie sempre più avanzate in alcuni lembi dell’Italia è tutt’oggi dirimente: penso all’Alto Piano di Asiago così come a tantissimi centri urbani che si trovano su quella che era la Linea Gustav o la linea Gotica più a nord.

La valutazione dei costi e dei tempi di disinnesco è urgente e necessaria per moltissime aziende ed è per questo che l’attività che oggi i nostri ospiti ci illustreranno diventa fondamentale.

Chiudo con una frase che mi sembra molto significativa e che ho letto di recente riportata su un libro di storia: “le persone che come noi credono nella fisica, sanno che la distinzione tra passato, presente e futuro è solo un’illusione ostinatamente persistente”.

La frase è di Albert Eistein.

Antonio

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