Vertenza Trony: De Poli (Udc), 500 lavoratori a rischio, Governo apra tavolo per scongiurare licenziamenti

Sulla vertenza Trony serve un intervento del Governo visto che si tratta di una partita che a livello nazionale riguarda centinaia di lavoratori: 180 a Roma, 120 in Puglia, 140 in Lombardia e 70 in Veneto, tra Albignasego, Conselve, Brentelle, Santa Maria di Sala e Zero Branco. Ai lavoratori del nostro territorio – che stamane protestano davanti a Grandi Stazioni a Venezia – esprimiamo la nostra solidarietà. Lo afferma il senatore UDC Antonio De Poli che, nella giornata odierna, a Palazzo Madama, ha presentato un’interrogazione parlamentare indirizzata al ministro dello Sviluppo economico Carlo Calenda: “Il Governo uscente ha le titolarità per accendere i riflettori sulla vicenda e affrontare la questione che tra l’altro ha confini nazionali. Il problema è dato dalle vendite on line che continuano a fare vittime nelle catene di distribuzione tradizionale. E’ in gioco il destino di oltre 500 lavoratori del gruppo Trony, specializzato nella vendita di elettrodomestici e prodotti elettronici al dettaglio. Dallo scorso dicembre infatti gli addetti alla catena sono pagati soltanto al 20% dello stipendio dovuto. In Italia, da Nord a Sud, hanno chiuso 43 negozi Trony  per la dichiarazione di fallimento della società Dps. I negozi a rischio sono in Liguria, Piemonte, Lombardia, qui da noi in Veneto, Friuli e Puglia. Chiediamo al Governo di aprire al più presto un tavolo di confronto per cercare di trovare soluzioni alternative al licenziamento dei dipendenti.  Purtroppo, la situazione della società DPS era in bilico da tempo. L’obiettivo è quello di individuare uno o più soggetti interessati a rilevare i 43 punti vendita. Il problema è dato dal fatto che i lavoratori stanno continuando a presentarsi regolarmente al lavoro ma sono impossibilitati a svolgere le proprie attività per la mancanza di prodotti da vendere. Già a dicembre la maggioranza dei fornitori avevano sospeso le consegne a causa della crisi di liquidità dell’azienda. Al taglio degli stipendi e alle incognite per il futuro si aggiunge dunque per i lavoratori la frustrazione di non poter svolgere il proprio lavoro di vendita per mancanza di articoli in magazzino”. Secondo De Poli “a questa situazione specifica si aggiunge un problema di natura più generale che riguarda il mercato dell’elettronica e degli elettrodomestici che subisca la concorrenza del commercio on line. La questione va posta all’attenzione del Governo e anche delle istituzioni comunitarie affinché si trovi una soluzione definitiva sulla web tax. Dobbiamo salvaguardare lavoro e sviluppo del nostro territorio”, conclude De Poli.

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