Anche per il 2018 si potranno richiedere i voucher baby-sitting, la misura introdotta sperimentalmente nella Legge n.92/2012 e prorogata nelle ultime Leggi di Bilancio. L’INPS spiega, nel messaggio 1428/2018, come utilizzare la procedura telematica predisposta per l’invio delle domande, denominata per il 2018 “Contributo per l’acquisto di servizi di baby-sitting”, la quale prevede le stesse modalità relative al “Libretto Famiglia”.
Una volta completata la procedura, verrà riconosciuto un importo di 600 euro mensili per un massimo di sei mesi, ridotti a tre nel caso di lavoratrici autonome.
Ma a chi si rivolgono esattamente i voucher? Si tratta di una misura destinata alle neomamme lavoratrici che possono richiedere, in alternativa al congedo parentale ed entro gli undici mesi successivi alla fine del congedo obbligatorio, la corresponsione di voucher per l’acquisto di servizi di baby-sitting, oppure, un contributo per fare fronte agli oneri della rete pubblica dei servizi per l’infanzia o di quelli privati accreditati.
Come per il 2017, il contributo è destinato alle lavoratrici dipendenti del settore pubblico e privato; alle lavoratrici iscritte alla Gestione separata che si trovino, al momento della presentazione della domanda, ancora all’interno degli 11 mesi successivi alla conclusione del teorico periodo di indennità di maternità e non abbiano fruito ancora di tutto il periodo di congedo parentale; alle lavoratrici autonome o imprenditrici (coltivatrici dirette, mezzadre e colone; artigiane ed esercenti attività commerciali; imprenditrici agricole a titolo principale e pescatrici autonome della piccola pesca marittima e delle acque interne), che abbiano concluso il teorico periodo di fruizione dell’indennità di maternità e per le quali non sia decorso 1 anno dalla nascita o dall’ingresso in famiglia (nei casi di adozione e affidamento) del minore e che non abbiano fruito ancora di tutto il periodo di congedo parentale.
Le domande potranno essere presentate entro il 31 dicembre 2018, nel limite delle risorse stanziate pari a 40 milioni di euro per le lavoratrici dipendenti e parasubordinate e di 10 milioni di euro per quelle autonome.
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