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Digitale e innovazione, l’Italia non resti indietro!

ottobre 12, 2018

Cari amici,

questa settimana, in Parlamento è arrivata per l’esame la Nota di aggiornamento al Documento di programmazione economico-finanziaria, che rappresenta il perimetro entro il quale si muovono le politiche economiche del Governo.

Il tempo della propaganda elettorale è finito.
Gli italiani vogliono vedere i fatti. La luna di miele del Governo è finita.
Questa settimana il Fondo monetario internazionale ci ha detto che le stime del Pil italiano sono peggiorate nel 2018. La crescita attesa si è abbassata dall’1,5% all’1,1%. L’export è diminuito del 2,6%. La produzione industriale è crollata dell’1,8%.

Sono tutti segnali che la nostra economia rischia di perdere il treno della ripresa.
Colpa di politiche con zero investimenti e politiche assistenzialiste.

Servono MAGGIORI INVESTIMENTI.

In altri Paesi d’Europa – come Germania e Francia – dove si investe su nuove tecnologie e digitale, si cresce di più! Ne abbiamo parlato in Senato, questa settimana, nel corso di un’iniziativa.

C’è un divario forte oggi tra l’Italia e il resto d’Europa: nel 2018 l’economia italiana è cresciuta la metà rispetto a quella tedesca e francese. La sfida del digitale va colta a 360 gradi. Ecco perché ho deciso di ospitare, in Senato, il DIGITALmeet che è un FESTIVAL DEL DIGITALE, giunto alla sesta edizione e che si svolgerà in ben 16 regioni.

Con l’obiettivo di raccontare l’ITALIA CHE CAMBIA e che investe sull’INNOVAZIONE.
E di avvicinare cittadini e imprese alla CULTURA DIGITALE.

L’economia digitale è sempre più strategica per l’Italia: secondo una recente ricerca il digitale, in Italia, ha un valore complessivo di 80 miliardi di euro, con oltre 600mila persone occupate nel settore stesso o in altri servizi direttamente connessi. Investire sul digitale conviene.

Più che mai oggi dobbiamo parlare di ‘DIGITALE DIFFUSO’: la rivoluzione 4.0 è un processo che investe tutti gli ambiti della nostra vita quotidiana e riguarda tutti noi, dalla casalinga al medico, dall’impiegato allo studente. Anche la Pubblica amministrazione deve essere a pieno titolo coinvolta in questo processo: Palazzo Madama ha fatto la sua parte con gli investimenti per il rinnovo delle infrastrutture informatiche e le tecnologie cloud. Siamo tra i primi in Europa ad avere adottato queste tecnologie.

Con il festival ‘DIGITALMeet’ l’intento è di sviluppare un vero e proprio “UMANESIMO DIGITALE”. Uso questa espressione per dire che il robot non può e non deve sostituirsi all’uomo. E’ l’uomo al centro dell’attenzione di questo processo. Ecco perché è importante far conoscere la cultura del digitale in giro per l’Italia. #DM2018 promuove 150 incontri gratuiti, 300 speaker e innumerevoli incontri, presentazioni, iniziative da mercoledì 17 a domenica 21 ottobre per dare spazio, da Nord a Sud, a tutti gli stimoli provenienti dalle comunità digitali impegnate nella grande sfida dell’innovazione!

PARLANO DI NOI

Guarda il servizio su Rai3/Rai Parlamento sul Digitalmeet 2018

Ascolta il mio intervento sul Digitalmeet 2018 nel GR Rai

E a proposito di innovazione e digitale, non dimentichiamoci che questa rivoluzione dovrà sempre di più riguarda anche e soprattutto il mondo delle piccole e medie imprese che rappresentano il ‘cuore’ del tessuto produttivo della nostra Italia.

Senza le imprese artigianali, la nostra Italia si ferma!

E, a tal proposito, sono intervenuto presso il Governo sul nodo della fattura elettronica. La burocrazia complica la vita ai cittadini. Le norme e le disposizioni che riguardano la fatturazione elettronica, secondo noi, rappresentano un ostacolo per le piccole e medie imprese, soprattutto le imprese artigiane. Ho chiesto al ministro dell’Economia Tria di valutare l’opportunità di modificare l’attuale impianto normativo sulle fatturazioni elettroniche. E’ un sistema che genera costi per cittadini e imprese. Dal primo luglio è partita in via sperimentale la fase di avvio della fatturazione elettronica che però sarà obbligatoria dal 2019 per tutti gli operatori. Al ministro Tria chiediamo di rinviare l’obbligo. LEGGI QUI L’INTERROGAZIONE AL MINISTRO DELL’ECONOMIA

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