Stamane al Senato della Repubblica ho partecipato al Convegno dal tema “Fake news, libertà e responsabilità di informazione nell’era digitale” promosso dall”USPI Unione stampa periodica italiana e dal suo segretario generale Francesco Saverio Vetere.
Come è stato detto più volte, l’INFORMAZIONE 4.0 è l’informazione del futuro.
Anzi, io aggiungerei, è l’informazione che sperimentiamo già adesso, nel presente.
Grazie alle nuove tecnologie, infatti, a differenza che in passato, le fonti informative sono aumentate.
Tante volte, sono i cittadini semplici a essere autori – attraverso video, documenti, registrazioni – di informazioni e quindi potenziale ‘fonte’ di una notizia da riferire ai lettori.
E io credo che la RESPONSABILITA’ passi solo attraverso un’altra parola chiave che è PROFESSIONALITA’.
Bisogna distinguere tra chi fa informazione sulla Rete in maniera “selvaggia”, tra chi fa propaganda attraverso la Rete anche attraverso l’arma delle fake news e chi, invece, fa informazione nella Rete con professionalità, scrupolo e grande senso di servizio.
Bisogna dunque AFFERMARE LA SUPREMAZIA CULTURALE DI CHI FA INFORMAZIONE PROFESSIONALE rispetto a chi, invece, semplicemente non fa informazione.
E qui arrivo ad un argomento che so essere caro a molti di voi.
E’ ESSENZIALE LA MEDIAZIONE GIORNALISTICA.
Lo dico da Questore del Senato ma direi soprattutto da comune cittadino e lettore.
Bisogna RICONOSCERE CON FORZA IL RUOLO DEI giornalisti di QUOTIDIANI E STAMPA PERIODICA.
Oggi sempre più spesso, purtroppo, assistiamo al fenomeno delle FAKE NEWS.
Noi dobbiamo accogliere le SFIDE DEL DIGITALE, DELL’INNOVAZIONE E DELLE NUOVE TECNOLOGIE.
Mi piace sempre pensare che l’innovazione è come un’onda.
E’ un’onda che va “surfata”, non subita.
Ma è sempre l’Uomo, con il suo cuore e con la sua testa, ad essere protagonista del cambiamento.
Oggi parliamo di FAKE NEWS.
E’ un fenomeno che, a mio avviso, rischia di acuire la sfiducia dei cittadini nei media e nei social media.
Basti pensare al fatto che, secondo una ricerca, il 65% degli americani ritiene che le notizie distribuite sui social media siano inventate o comunque non verificabili.
Dico questo perché io credo che il problema delle fake news non sia solo un problema dei giornalisti ma di tutti noi, della società civile e dunque della nostra democrazia.
Quando parliamo di fake news, dobbiamo chiederci come le nuove tecnologie possono venirci in aiuto ?
PUÒ L’INTELLIGENZA ARTIFICIALE, ad esempio, aiutarci nel contrasto delle fake news?
Lascio a voi la domanda come spunto del dibattito che seguirà.
Qui mi limito ad esprimere alcune considerazioni. Ma sono soprattutto interessato ad ascoltare le valutazioni di chi – come i relatori che interverranno stamane – si occupano quotidianamente di questi importanti temi.
1. Il problema delle FAKE NEWS non può essere risolto dalle nuove tecnologie. Serve la mano e la mente dell’uomo.
2. Penso all’Intelligenza artificiale.
In futuro grazie a sofisticati automatismi, si potranno generare testi come se fossero stati scritti dall’uomo.
Sarebbe un’arma pericolosa perché – come potete intuire – qualsiasi malintenzionato potrebbe sfruttare questa tecnologia per creare e diffondere false notizie e costruire una propaganda basata sul falso.
3. Dall’altro lato, però, l’intelligenza artificiale può venire in aiuto di giornalisti e professionisti dell’informazione.
Penso ad esempio al progetto Fandango finanziato dalla Unione Europea che è studiato per aiutare appunto giornalisti e professionisti dei media nella verifica delle notizie.
4. Dunque, le nuove tecnologie possono venire in aiuto ma devono essere condotte dall’uomo.
Le nuove tecnologie sono uno strumento ma ciò che contano sono le finalità.
Se la finalità è contrastare il fenomeno delle fake news, sostenere il lavoro, la qualità e l’accuratezza di giornalisti e professionisti dell’informazione, allora direi benvenuta tecnologia!
Consideriamo però una cosa – e qui torno al mio ragionamento iniziale – la MEDIAZIONE GIORNALISTICA è un elemento fondamentale.
Lo è se vogliamo vincere questa battaglia che riguarda tutti noi, riguarda le istituzioni – ecco perché ringrazio l’Uspi di essere oggi qui in Senato a promuovere questa importante iniziativa. Ma soprattutto riguarda la nostra democrazia!
Antonio
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