In ricordo di Nella Maria Berto

Cari amici,

questa mattina ho partecipato al convegno “Nella Maria Berto. Nel lavoro, nella politica e nella vita” promosso dal Comune di Monselice in collaborazione con la Fondazione OIC onlus  per ricordare Nella Maria Berto.

Una donna che ha lasciato un’impronta indelebile nella mia vita.

Sono trascorsi dieci anni dalla scomparsa di Nella Maria Berto, nel 2012.

Io e Nella ci siamo conosciuti quando ero sindaco di Carmignano di Brenta. Ero un giovane sindaco e probabilmente lei  – che iniziò da giovane impegnata nel mondo delle ACLI ad occuparsi delle ragazze madri, –  capì presto quanto fosse importante investire su un giovane amministratore.

Ma soprattutto capì che la sua vocazione più bella era dedicarsi agli altri, al prossimo, ai più bisognosi, a chi era più in difficoltà come anziani, donne, persone con disabilità, bambini.

Straordinariamente sensibile, ma con un temperamento molto forte, Nella Berto la ricordo come una donna caparbia e determinata.

Ricordo quando veniva a trovarmi in Regione, quando svolgevo l’incarico di Assessore regionale alle Politiche sociali, alla programmazione sociosanitaria, Volontariato e non-profit.

Tante volte arrivava in Regione e, superando tutte le formalità, andava dritto all’obiettivo: “voglio parlare con Antonio“, diceva, e all’improvviso me la ritrovavo in ufficio.

La sua determinazione fu per me subito un esempio.

In quella donna – lo capii subito – ardeva un “fuoco”.
Lei, Nella, aveva a cuore i bisogni dei più deboli.

Non serve che io ricordi qui ciò che Nella ha fatto: il suo impegno nel mondo dell’associazionismo e del volontariato, la fondazione – insieme a Don Antonio Varotto – della fondazione OIC (Opera immacolata concezione), etc…

Una cosa però voglio dirla perché è ciò che contraddistingue la mia storia personale. Anzi la storia interpersonale tra me e Nella.

Mi ricordo quando diventai assessore.
Le dissi: “Vorrei che mi aiutassi a far bene il mio ruolo di assessore“.

Sono sempre stato convinto di una cosa: Nella è stato per me un solido punto di riferimento. Senza di lei non avrei potuto fare quello che abbiamo fatto in Regione (uso volutamente il “noi”, perché Nella faceva parte della “squadra del sociale”).

Insieme a lei  – ci tengo a ricordarlo, senza dilungarmi troppo – è stata rivoluzionata l’impostazione, direi la filosofia, delle Politiche sociali in Veneto.

Siamo riusciti, ad esempio, ad attuare la normativa prevista dall’art. 20/1967 portando le risorse in Veneto.

Grazie a questi fondi siamo riusciti a ristrutturare le case di riposo che da vecchi ricoveri e ospizi si sono pian piano, con tanti sforzi, in centri per i servizi alla persona.

Sono cambiati gli standard per l’assistenza.
Insieme a lei, abbiamo promosso una visione e una cultura completamente innovativa, incentrata sul modello assistenziale e sulla persona.

Ricordo che in un momento di crisi, in cui c’era nel nostro Veneto una carenza di personale infermieristico, ci “inventammo” – passatemi questa espressione – una soluzione.

Nella girava il mondo.

In un’era in cui non c’erano i social e Internet non era così diffuso come oggi, lei era sempre pronta ad ascoltare, a cogliere gli spunti delle esperienze altrui per migliorare la realtà nei NOSTRI TERRITORI, nelle realtà di CASA NOSTRA.

Insieme a lei, ad esempio – mi viene in mente ora questo ricordo – abbiamo fatto una convenzione tra Regione Veneto, un’Università dell’Uruguay e le case di riposo venete per trasferire chi, in Uruguay, aveva una laurea in Infermeria e aveva un doppio passaporto (italiano e uruguajo). In questo modo riuscimmo a portare 50 infermieri nella nostra regione. Ricordo che fummo persino ricevuti dal Capo dello Stato Uruguay.

E potrei fare 1000 altri esempi ancora.

Nella non si fermava mai.

E’ stato per me sempre un punto di riferimento.
Lei mi ha aperto le porte …, anzi direi mi ha condotto per mano, nel mondo dei “più piccoli”, di chi ha più bisogno.

Ecco perché – come dicevo all’inizio – ha lasciato un’impronta indelebile nella mia vita, prima ancora che nel mio percorso politico.

Perché ha avuto una grande capacità. 

La CAPACITA’ DI FARMI INNAMORARE DEL MONDO DEL SOCIALE, degli anziani e della disabilità.

Ecco perché Le sono e Le sarò grato per tutta la Vita.

Di lei oggi vorrei ricordare, soprattutto, questi aspetti, quelli umani.

Grazie, Nella!

Antonio