Pnrr: il piano venga aggiornato!

Cari amici,

oggi pomeriggio in aula a Palazzo Madama abbiamo affrontato l’esame delle mozioni parlamentari sul PNRR (Piano nazionale di Ripresa e Resilienza). Ecco il testo integrale della mia dichiarazione di voto:

Signor Presidente, Onorevoli Colleghi,

oggi pomeriggio in Aula affrontiamo l’esame delle mozioni parlamentari sul PNRR (Piano nazionale di Ripresa e Resilienza).

Ringrazio il Ministro per gli Affari regionali e il PNRR, Raffaele Fitto, per la sua presenza ma ancor di più perché – essendo qui oggi – dimostra attenzione nei confronti del Parlamento e di un Piano che è uno strumento importante per la crescita della nostra Italia.

Con la mozione di maggioranza presentata oggi, presentiamo all’Esecutivo precisi e puntuali richieste, che ci arrivano ad esempio dai territori, quindi in primis da governatori regionali, amministratori locali, cittadini, società civile.

Sappiamo che sono finiti giovedì scorso gli incontri dei tecnici della task force europea, inviati a Roma dalla Commissione europea.

Dalla valutazione dipenderà lo sblocco della terza rata del PNRR da 19 miliardi di euro.

Come è noto, lo dicono i fatti, questo Governo ha lavorato bene proprio per raggiungere questo obiettivo, che siamo sicuri arriverà nei tempi previsti e dovuti.

La sinistra gufa, la maggioranza di Centrodestra alle chiacchiere preferisce il linguaggio del fare.

Sono i numeri a dircelo.

L’Italia ha raggiunto 55 obiettivi entro il 31 dicembre 2022 per avere la terza rata.

Il Governo si è insediato ad ottobre: a quell’epoca solo 25 dei 55 obiettivi erano stati raggiunti.
Quindi l’Esecutivo ha fatto tutto da ottobre a dicembre.

Altro che ritardi e polemiche!

Il PNRR italiano – l’Italia è uno dei pochissimi Stati in Europa, tre in tutto, ad aver presentato alla Commissione 3 richieste di pagamento – presenta numeri già complessi : 527 scadenze da rispettare, un numero superiore ad altri Paesi che come noi – Spagna, Francia, Polonia e Grecia – beneficeranno di risorse simili in termini economici.

C’è un dato però su cui vorrei porre l’attenzione.

I costi stimati inizialmente dalla Commissione UE per iL Recovery erano agganciati a tassi di interesse più contenuti rispetto a quelli attuali.

I tassi sono aumentati dopo i rialzi decisi dalla BCE, Banca centrale europea.

Bruxelles aveva stimato un costo del denaro pari all’1,1% per finanziare il Recovery. Ora è al 4%.

Non solo, a mutare è cambiato anche il quadro socioeconomico, oltre a quello geopolitico.

Sul fronte internazionale è scoppiato il conflitto in Ucraina, con le ripercussioni che esso ha avuto su tutto il vecchio Continente, Italia compresa.

Sul fronte socio-economico, la crisi energetica è stata come una “miccia” che ha fatto scoppiare l’ondata dell’inflazione, con un aumento generalizzato dei prezzi che ha colpito le fasce sociali più deboli della nostra popolazione e contro cui – non a caso – nella scorsa Manovra abbiamo  investito 2/3 della Legge di bilancio.

I frutti di questi primi 250 giorni di Governo e di centrodestra alla guida dell’Italia si stanno vedendo.

Sia l’Istat che Bankitalia hanno rivisto al rialzo le stime di crescita del PIL: +1,3%.

E’ il segno che questo Governo sta lavorando bene.

Ma cari colleghi, non siamo abituati a gioire. Non ne abbiamo il tempo, né la voglia.

Sappiamo che le prospettive di crescita della nostra Nazione – come ci ha ricordato qualche giorno fa l’OCSE –  dipenderanno dalla capacità del nostro Paese di mettere a terra le risorse europee del Next Generation EU.

Ecco perché oggi siamo qui.

Siamo qui perché come maggioranza di Centrodestra al Governo chiediamo, alla luce del nuovo quadro socio-economico, di tenere conto del nuovo contesto e quindi di condividere il percorso di revisione del Piano con il Parlamento, aggiornando quindi lo stesso Piano con l’inserimento del capitolo Repower EU.

Come è noto, infatti, il Regolamento n. 2023/435 del PE e del Consiglio del 27 febbraio 2023 ha apportato delle modifiche al regolamento n. 241/2021, che è il regolamento istitutivo del PNRR.

Al momento solo 8 Paesi su 26 in Europa – tra cui l’Italia – hanno presentato una modifica al PNRR e di questi 8 Paesi due non prevedono il Repower ma modifiche più semplici.

Il 18 maggio è iniziato il confronto tra Governo e Commissione UE proprio su questo punto.

Parliamo di investimenti che aiutano imprese, famiglie e territori a far fronte al caro-energia.

Sono convinto che il metodo messo a punto dal ministro Fitto sia quello giusto. E’ il linguaggio della concertazione, del dialogo e del confronto con i rappresentanti dei territori, a partire dai governatori delle regioni.

Questo metodo lo condividiamo. Sapete perché?

Perché Il PNRR non è un obiettivo o una partita di destra o di sinistra, ma è una sfida che appartiene al Paese.

Non solo, questo Governo ha fatto un’altra scelta che noi condividiamo e accogliamo con favore.

Ha deciso di mettere insieme il PNRR con i fondi delle politiche di Coesione per poter utilizzare al meglio le risorse europee e per salvaguardare l’organicità dei progetti previsti dal PNRR.

Si tratta di una scelta che è esattamente in linea con le raccomandazioni dell’UE che ha chiesto agli Stati membri di sviluppare un raccordo operativo tra le risorse ordinarie e quelle del PNRR.

L’obiettivo è di fare velocemente e bene.

E’ questo un obiettivo che tutti dovremmo avere a cuore.

Entro il termine del 31 agosto verranno fatte le modifiche – concordate preventivamente con la Commissione UE – al PNRR.

E’ chiaro che il capitolo Repower EU all’interno del nuovo PNRR dovrà essere oggetto di un esame approfondito da parte del Parlamento, che è quindi centrale in questo passaggio.

Non a caso – mi avvio alla conclusione – noi con la mozione condivisa da tutte le forze politiche della maggioranza di Centrodestra abbiamo chiesto di elaborare una proposta di aggiornamento del Piano europeo che focalizzi l’attenzione su quei progetti e quelle misure che hanno registrato ritardi o un rilevante incremento dei costi a causa dell’inflazione.

Oggi siamo qui, in Aula, per chiedere il massimo impegno affinché questo Piano che è il più grande Piano di investimenti pubblici nel Paese degli ultimi decenni, dia le giuste risposte che servono a tutti gli attori coinvolti, puntando sul rafforzamento dell’autonomia energetica, sul sostegno alle attività produttive, quindi alle nostre imprese e, alle famiglie.

Per questo motivo il gruppo Civici d’Italia – UDC Noi Moderati MAIE voterà convintamente a favore della mozione condivisa presentata dalla maggioranza.

Vi ringrazio,

Sen. Antonio De Poli

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