Fiume Brenta: De Poli, servono interventi strutturali, utilizzare finanziamenti PNRR per fronteggiare siccità

 

Le notizie sull’ulteriore abbassamento della falda acquifera del Brenta sono preoccupanti. L’allarme siccità rischia di avere effetti devastanti e bisogna intervenire al più presto. Come ho chiesto in Senato durante il question time al Ministro dell’Ambiente Pichetto Fratin: servono interventi strutturali (opere di ricarica fisse, invasi, …) con l’obiettivo di salvaguardare la risorsa idrica. Il Piano strategico nazionale contro la siccità, come ho sempre detto, va riempito di contenuti e, per farlo, servono interventi con finanziamenti che possono e debbono arrivare secondo noi anche dal PNRR, a partire da quei progetti che puntano a ridurre le perdite d’acqua e ai bacini di raccolta dell’acqua piovana. E’ fondamentale re-indirizzare il PNRR e, dunque, rimodulare i progetti considerando che stiamo vivendo in un contesto che è completamente mutato rispetto a quando il Recovery è stato concepito (con lo scoppio della crisi energetica e con il problema siccità, ad esempio)”. Lo afferma il senatore UDC Antonio De Poli che, commentando l’allarme lanciato dal presidente del Consorzio di Bonifica Brenta, Enzo Sonza, aggiunge: “Di certo, i numeri non ammettono assolutamente esitazioni: a Cittadella, solo per fare un esempio, come ha annunciato il Consorzio di Bonifica Brenta, la falda è scesa di 50 centimetri da gennaio rispetto allo scorso anno. Noi abbiamo letto positivamente la scelta del Governo di un Commissario straordinario che deve fare da raccordo tra il Governo e i territori, in modo rapido ed efficace, in modo da individuare una ricognizione delle opere più urgenti da realizzare al più presto, attraverso una “corsia rapida e veloce”, quindi con procedure semplificate. Ora però bisogna, finalmente, passare dalle parole ai fatti: ci sono 7,8 miliardi tra PNRR fondi europei e nazionali che però sono bloccati dalla burocrazia. E’ necessario rafforzare la capacità di spesa e, in modo particolare, per il territorio dell’Alta Padovana, chiediamo al Governo di intervenire con misure strutturali a tutela della falda acquifera, garantendo così il territorio e salvaguardando l’acqua che è un bene essenziale, sia per gli usi civili ma anche in ambito agricolo e industriale”.