

Cari amici,
al Senato della Repubblica, nella sala Atti parlamentari della Minerva, oggi abbiamo presentato il libro “Violenza domestica. Il furto del figlio e il dolore delle madri”.
Erano presenti la collega senatrice e vicepresidente Mariolina Castellone, e gli autori del libro Paola Binetti (senatrice); Raffaele Focaroli, Marina Marconato e Simona Petrozzi, esperti in diritto, psichiatria, educazione e comunicazione; Francesco Menditto (procuratore della Repubblica) e Paolo Cianconi (medico) che hanno scritto fra l’altro rispettivamente la prefazione e l’introduzione del libro; Gioacchino Onorati (editore) e la giornalista Camilla Mozzetti (vicecaposervizio Messaggero).
E’ stato per me un onore aprire i lavori di questa conferenza per condividere una riflessione su un tema che tocca le fondamenta della nostra società: la violenza domestica.
Un fenomeno tragico, spesso silenzioso, che si consuma tra le mura di casa, dove invece dovrebbero regnare amore, rispetto e protezione.
Oggi abbiamo presentato un libro che dà voce a chi ha sofferto, a chi ha trovato il coraggio di denunciare, ma anche a chi ogni giorno lavora per contrastare questa piaga. A loro va il nostro più sentito ringraziamento (inviterei la platea a un applauso).
Il libro che abbiamo presentato è un’opera che accende i riflettori su uno dei drammi più sommersi e devastanti del nostro tempo: la violenza domestica, in cui il figlio diventa strumento di ricatto e vendetta da parte del genitore violento.
Ogni anno sono oltre 13.700 le richieste di intervento per violenza domestica o di genere.
Nel 61,5% dei casi, l’aggressore è un partner attuale o passato.
Quasi la metà di questi episodi avviene in presenza di minori.
Ho posto l’attenzione su una proposta di legge presentata alla Camera dei Deputati dall’onorevole Lorenzo Cesa, in collaborazione con la senatrice Binetti, proposta di legge che intende riformare la legge 54 del 2006 in materia di affido condiviso.
È una proposta che nasce da una profonda consapevolezza: la legge vigente, pur ispirata a principi nobili, oggi mostra limiti evidenti, soprattutto nei contesti segnati dalla violenza familiare.
La legge 54 del 2006 ha introdotto l’istituto dell’affido condiviso con l’obiettivo di garantire il diritto dei figli a mantenere rapporti equilibrati con entrambi i genitori anche dopo la separazione. Tuttavia, non sempre questo equilibrio è possibile. In casi di violenza domestica, pretendere una simmetria nei rapporti genitoriali può tradursi in una distorsione pericolosa che espone donne e bambini a ulteriori traumi, alla paura, al ricatto, alla sopraffazione.
Come abbiamo detto più volte come Udc, presentando fra l’altro la proposta di riforma in una recente conferenza stampa alla Camera dei deputati , noi siamo convinti della necessità di una riforma della legislazione vigente.
La proposta di riforma mira a correggere le criticità della normativa vigente, punta a introdurre criteri più stringenti per l’affidamento, prevedendo l’affido esclusivo al genitore non violento nei casi di maltrattamento.
La sicurezza dei più piccoli viene prima di tutto.
Così facendo, riusciremo a prevenire l’escalation della violenza fino al femminicidio, che spesso inizia proprio con segnali “invisibili” come il controllo economico, l’isolamento sociale e l’uso dei figli come leva di potere.
Per questo, riteniamo urgente e necessario un intervento di riforma.
L’obiettivo è chiaro: tutelare il superiore interesse del minore e garantire un ambiente sano e sicuro per la sua crescita.
Oggi di questo argomento ne parleremo con chi il fenomeno della violenza domestica lo conosce bene e sicuramente meglio di noi.
Da ciascuno di loro arriverà un contributo utile e costruttivo.
Abbiamo il dovere di ascoltarli e, come Legislatori, con questa proposta di legge, auspichiamo che presto si possa compiere un passo concreto verso una giustizia più umana, più vicina ai più fragili.
Solo tutelando davvero chi è più vulnerabile – donne, bambini, famiglie ferite – potremo costruire una società più giusta, più sicura, più solidale.
Antonio
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