Natalità. La priorità per il futuro del Paese

Antonio De Poli

1 mese ago

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Care amiche e cari amici,

la natalità non è soltanto un tema sociale: è una questione di sopravvivenza nazionale. Senza nuove nascite, il nostro Paese rischia di spegnersi lentamente, di perdere forza economica, coesione sociale e fiducia nel domani. Per questo, per l’UDC, la natalità è e deve restare una priorità assoluta dell’agenda politica italiana.

I dati emersi sono impietosi: l’Italia continua a registrare il numero più basso di nascite mai rilevato dal dopoguerra, con un tasso di fertilità tra i più bassi d’Europa. È una crisi silenziosa ma profonda, che mette in discussione la tenuta del nostro sistema di welfare, la sostenibilità delle pensioni e, in prospettiva, la capacità stessa del Paese di crescere.

Per invertire questa tendenza serve una grande alleanza per la vita e per la famiglia, che coinvolga istituzioni, imprese e società civile. La famiglia non è una variabile del bilancio: è la prima comunità educativa, il primo luogo di solidarietà e di cura. È lì che si formano i cittadini e si costruisce la fiducia nel futuro.

La manovra economica 2026 va nella direzione giusta, con nuove risorse dedicate al sostegno della famiglia: dall’aumento del bonus per le mamme lavoratrici, al rafforzamento dell’assegno unico, ai fondi per gli asili nido e per le spese educative. Sono interventi che riconoscono concretamente il valore della genitorialità e che l’UDC sostiene convintamente. Ma serve un piano strutturale di politiche familiari che guardi ai prossimi vent’anni, non ai prossimi mesi.

Bisogna costruire un Paese amico delle famiglie, dove non sia una corsa a ostacoli conciliare lavoro e figli, dove la maternità non sia un freno ma una risorsa, e dove i giovani possano scegliere di diventare genitori senza paura di non farcela.

Noi dell’UDC continueremo a batterci perché la politica torni a mettere la persona al centro, e con essa la famiglia e la vita. Perché senza una nuova generazione che nasca, cresca e costruisca il proprio futuro in Italia, non ci sarà crescita economica né stabilità sociale.

La natalità è la madre di tutte le politiche. Difenderla significa difendere l’Italia.

L’ITALIA AL CENTRO DEL DIBATTITO EUROPEO

Mercoledì sono intervenuto in Aula al Senato, durante le comunicazioni del Presidente del Consiglio in vista del prossimo Consiglio europeo.

Ho voluto ribadire un principio che considero fondamentale: quando l’Italia è chiamata a confrontarsi sui tavoli internazionali, deve farlo con una voce sola, unita e autorevole.

Le polemiche strumentali indeboliscono il Paese e non servono a nessuno.

Nel mio intervento ho toccato i principali temi che saranno al centro del vertice europeo: Medio Oriente e Ucraina, perché la pace deve nascere dal rispetto del diritto internazionale; difesa comune, per costruire una capacità europea integrata nella NATO; competitività e clima, per un Green Deal realistico che non penalizzi imprese e famiglie; migrazione, con particolare attenzione alla protezione dei bambini; e diritto alla casa, sostenendo la proposta del PPE di escludere dai vincoli di bilancio le spese per le politiche abitative.

Credo che un’Europa forte e coesa sia la condizione indispensabile per affrontare con credibilità le sfide globali.

L’Italia, in questo percorso, deve avere un ruolo da protagonista. SCOPRI DI PIÙ

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ONORE A MARCO, VALERIO E DAVIDE

Venerdì pomeriggio, nella Basilica di Santa Giustina a Padova, alla presenza del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella e della Presidente del Consiglio Giorgia Meloni, abbiamo dato l’ultimo saluto ai Carabinieri Marco Piffari, Valerio Daprà e Davide Bernardello, tragicamente caduti ieri nell’esplosione avvenuta durante lo sgombero di un casolare a Castel d’Azzano, in provincia di Verona.

Tre servitori dello Stato che hanno perso la vita adempiendo al loro dovere, con coraggio, dedizione e spirito di servizio. Il loro sacrificio richiama tutti noi al valore più profondo dell’uniforme che indossavano: l’onore di servire il Paese, fino in fondo. Ai loro familiari, ai colleghi dell’Arma dei Carabinieri e a tutta la comunità colpita da questa tragedia, va il nostro più commosso pensiero e la più sincera vicinanza.

SOLIDARIETÀ A SIGFRIDO RANUCCI: DIFENDERE LA LIBERTÀ DI INFORMAZIONE SIGNIFICA DIFENDERE LA DEMOCRAZIA

Al Tg1 ho voluto esprimere la mia vicinanza e solidarietà al giornalista Sigfrido Ranucci e alla sua famiglia, dopo il vile attentato intimidatorio di cui è stato vittima.

Un gesto inaccettabile, che colpisce non solo una persona, ma il valore più profondo su cui si fonda la nostra Repubblica: la libertà di informazione. La libertà di stampa è uno dei pilastri della democrazia. Chi tenta di intimidire un giornalista, chi prova a zittire una voce libera e indipendente, non attacca solo un professionista, ma mina il diritto dei cittadini a essere informati, a conoscere la verità, a farsi un’opinione consapevole.

In un tempo in cui il dibattito pubblico è spesso inquinato da disinformazione e superficialità, il lavoro di chi fa informazione con rigore e coraggio è più prezioso che mai.
Difendere i giornalisti significa difendere la trasparenza, la verità e la libertà. Di fronte a episodi come questo, non possiamo restare indifferenti.

È dovere delle istituzioni, delle forze politiche e della società civile rinnovare ogni giorno l’impegno per una stampa libera, pluralista e tutelata, perché senza libertà di informazione non esiste vera democrazia.

Alla solidarietà verso Sigfrido Ranucci si unisce un appello: che ogni voce libera possa continuare a parlare, senza paura.

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